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David Sylvian – Orpheus

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100 Canzoni Parte 5 di 5


82 – Federico Giovacchini & Marco Damiani “ Dai voce
al futuro “
“ E quando il
silenzio dona risposteIl nostro cercare non trova ,non trova mai fine . “

Di questa canzone , scritta e composta col mio fraterno
amico Marco in un pomeriggio di anni fa , non troverete traccia da nessuna
parte , non è acquistabile , perché questo brano rappresenta molto più di un
testo e una musica messi assieme per divertimento in un giorno.

Perché è il valore dell’amicizia e della speranza , valori
non mercanteggiabili , e che possono solo essere riposti come un piccolo ,
immenso , tesoro nell’animo e nella vita delle persone .

In quei giorni , anche con questa canzone , tanti semi sono
stati messi a dimora nella terra … una terra allora brulla e dal sapore
secco  , e nervoso  , come il sopportare a fondo perduto e lo
sconforto.

Per molte cose di oggi della mia vita posso e devo
ringraziare Marco , che ha ascoltato e conosciuto senza mai giudicare , che ha
ascoltato la realtà altrui senza mai fare l’errore dell’impartire insegnamenti
o facili paternalismi anneriti di luoghi comuni e frasi fatte , che ha saltato
a piè pari ( senza il minimo sforzo , con estrema semplicità e naturalezza )
l’angosciante , grottesca , e comica pletora di consigli , rimedi e giudizi pescati
dal mare magnum del banale e che son capaci di strappare sempre e solo un
sorriso e uno scuoter di testa.

Marco ha avuto il merito , non comune , non solo di non aver
mai elargito “umanismi , realismi e praticismi “ da saldi della bancarella
dell’usato del sentire e del riflettere ( miopia questa , spesso comoda , e
spesso senza speranza alcuna di guarigione , tipica di coloro che , perfino con
comico piglio , vogliono insegnarti ciò che tu sai già da tanto tempo e che
loro invece non capiranno mai anche se pretendono di insegnartelo.. coloro che
vogliono insegnarti a mangiare il fieno quando , in realtà , non vogliono , non
sanno o non sapranno mai accorgersi ,
che il loro salotto buono è soltanto una stalla  ) , non ha affrontato il difficile col facile
, e nella realtà che ha ascoltato e conosciuto ha dato e trasmesso la cosa più
importante..la fiducia … acqua preziosa .

E di questo , come di tante altre cose , come di quel giorno
passato a scrivere questa canzone , che parlava di amicizia , speranza e futuro
, io te ne sarò sempre grato fratello mio…sempre…

83
– Phil Collins “ In the air tonight “

Di questo grande successo ( e inamovibile classico della
carriera di Collins ) ricordo ancora con affetto il suggestivo video girato in
quei primissimi anni 80  quando ,  più o meno ogni canzone , pareva spesso
trovare ideale complemento in un cortometraggio , e non il contrario come
invece sarebbe successo in seguito , quando l’aspetto visivo avrebbe fagocitato
quello musicale.

Ma ricordo anche il luogo dove io  , se solo in qualche modo avessi potuto
,  avrei
ambientato “ In the air tonight “ .

Lo avrei fatto non troppo lontano da dove abitavo io a quei
tempi , sulle sponde di un piccolo lago , di notte , un posto chiuso da boschi
tranquilli e silenziosi , sotto un cielo che ogni volta  pareva tuffarsi , ricolmo di stelle , in
quello specchio d’acqua .

Tanto da immaginare di voler pescare quelle stelle con le
mani , per poi colorare con esse la mia stessa ombra .

Vedere quel luogo allora , con occhi da ragazzino , e con in
mente le note di Collins era una cosa che mi suggestionava molto..anche se so
bene che quel posto non ha ,  in se ,
assolutamente niente di straordinario , unico o raro … ancora oggi non so
pensare ad un luogo diverso  per “ in the
air tonight “ .

84
– Michael Mc Donald “ Sweet freedom “

“ Sweet Freedom “ è una normale canzone pop anni 80 , molto piacevole
e molto radiofonica , non certo un gioiello inestimabile , ma comunque con una
sua dignità .

Ne sentii per la prima volta le note seduto  assieme a mia nonna  in un autobus di provincia , in servizio extraurbano
, col fiato caldo ( e un po’ fetido ) del riscaldamento interno acceso .

Rammento gli squarci di buio dell’autunno inoltrato , fiato
e vapore sui finestrini , le forme di anziani e ragazzi ad attendere alle varie
fermate , la borsa di mia nonna , il suo dolce profumo e i biglietti nella sua
mano , rammento gli schiamazzi e i baci appassionati di fidanzati ad una
poltroncina di distanza , le risate e le scritte col pennarello , i lamenti e i
dolori degli anziani , le piccole storie di paesi addormentati nel lieve
chiarore dei lampioni.

Quando mi capita di imbattermi in questa canzone , magari
alla radio , non posso non pensare alle sere quando tornavamo a casa e , scesi
dall’autobus , andavamo a comprare qualche “cavalluccio” ( i “ cavallucci “
sono biscotti/dolci senese , ma diffusi un po’ in tutta la Toscana , se ne trova
descrizione anche in Wikipedia ) , ma anche al fatto che ,  allora , quante cose eravamo ancora in tempo
per fare con mia nonna … se solo fosse stata meno assolutista e testarda… sì , tornerei
con lei anche oggi su quel pullman..magari con “ Sweet freedom “ che riappare
alla radio….

85
– Tears for Fears “ Change “

Un duo che non mi ha mai particolarmente colpito o
affascinato , ma dal quale non si può assolutamente prescindere in una ideale
iconografia degli anni 80 e 90 , duo che è comunque stato capace di un pop di
valore e non solo da classifica .

“ Change “ è  , nella mia memoria , la  canzone simbolo ,  o quasi , del giugno 1983 .. quando mi divertivo
nelle sere  , dopo cena  , a inventarmi tornei con un sacco di palloni
nel mio giardino.. i più di essi erano bucati e sgonfi ..ma non importava che
fossero sgonfi .. perché il sorriso bastava e avanzava per giocarci e farli
rotolare fino al cielo…cambierei all’istante pc e playstation per tornare a
quei momenti … per riavere proprio quei palloni sgonfi.. proprio quelli…per
giocarci di nuovo in terra o sui macchinari spenti del vecchio frantoio…

86
– Hall&Oates “ Maneater “

Mentre mi accorgevo , non senza una marcata inquietudine
infantile , che ormai stavo crescendo e che , di lì a non molto , il bambino
avrebbe lasciato posto al ragazzo , nel mio glorioso Aiwa una sera di fine
inverno comparvero d’improvviso le note di “ Maneater “.. al di là del
testo  , e di qualsiasi messaggio
suggerito ,  fu una delle mie canzoni pop
preferite dell’epoca  in assoluto… uno
dei , rari , momenti in cui le esigenze di “ far classifica “ e  comporre una buona canzone riescono a
trovare  la giusta alchimia.

Ho ancora dentro di me quella , sottile , e dolcemente
ingenua sensazione , di quando me ne andavo a mangiare convinto di aver appena
ascoltato una musica adulta…

87
– Police “ Don’t stand so close to me “

Di questa ottima canzone dei Police ne esistono almeno due
versioni : la prima , quella originale ,
nell’album “ Zenyatta Mondatta “ del 1980 ( ed è , per me , in assoluto uno
dei migliori “ brani intro “ , o “ prima traccia “ che dir si voglia , mai
usciti su un qualsiasi album pop/rock ) , la seconda versione invece (
rinnovata e profondamente mutata ) si trova nel Greatest Hits dei Police del
1986 , ed è questa la versione a cui mi riferisco qui , quella che più ha un
significato nella mia memoria .

Se il brano originale ( e relativo video ) ammiccava
maggiormente , e con meno dispiego di elettronica , a quanto scritto nel testo
, il brano invece del 1986 ( con video più vicino ai gusti di metà anni 80 )
trasmette  invece , neanche troppo
velatamente , una sensazione di malinconia , di sottile tristezza.

La stessa che provo , seppur lieve e ammorbidita dagli anni
trascorsi , quando questo brano mi riporta al pensiero della mia vecchia scuola
superiore in quel 1986 … a quell’ultimo giorno di pioggia dove , senza che
nessuno della classe avesse mai potuto sospettare niente , me ne andai per sempre
.

Del resto , a scuola come nella vita , non ho mai avuto il
dubbio talento del pagliaccio , la sordida e viscida purulenza del ruffiano ,
l’automatica accondiscendenza per titoli o gerarchie altrui , o la ben
miserevole,  e miserabile , missione di far
parte di un gruppo anche a prezzo del valore della mia parola , dei miei gesti
, o dei miei pensieri ..e se la conseguenza di tutto questo deve essere che il
mondo ti mette alla porta , io metto tranquillamente alla porta il mondo .

Ci sarà sempre , per comodità o per proprio limite , chi
riterrà che uno status , un titolo , un fregio sia ciò che fa la persona e che
sia questa l’unica e sola possibilità di portarne il valore nel mondo.. che sia
l’unico metro di giudizio per se stessi e per gli altri…senza accorgersi che è
un po’ come esser nati fiori e poi bearsi , invece , di essere diventati
barattoli ( con l’etichetta sì , ma desolatamente vuoti  ) in un mondo di barattoli.

Un fiore declina e sfiorisce certo ma , almeno , non
arrugginirà mai .

Di quell’ultimo giorno in quella scuola ricordo ancora il
sincero stupore di qualcuno.. ed è buffo ,  ridicolmente paradossale , il fatto che certi
gesti e certe parole ci siano soltanto ( o tornino ad esserci soltanto ) quando
hai già il piede oltre la soglia… che certi gesti e certe parole ti vengano
appoggiate addosso per trattenerti , in qualche modo , come corde quando hai
già aperto l’ombrello..e te ne stai andando sotto l’acqua di un temporale
d’inizio estate .

Forse per certe persone diventi visibile solo quando la tua
sagoma sparisce nella pioggia , chissà.

88
– Ufo sigla telefilm

Ufo è stato un mitico telefilm di fantascienza  dei primi anni 70 , imprescindibile per tutti
coloro che sono stati bambini o ragazzi in quegli anni.

Come ogni prodotto di intrattenimento che giunge al successo
ha ispirato all’epoca molto marketing ( anche fumetti )  , ma è anche stato capace di stupire quel
pubblico con invenzioni originali , con storie quasi mai banali e con effetti
speciali che , ovviamente , seppur oggi letteralmente surclassati , fanno
ancora la loro dignitosa figura .

La sigla e la musica che l’accompagnava erano
indimenticabili , con un mirabile gusto del ritmo musica/immagine , in anticipo
perfino su molti videoclip che sarebbero comparsi solo anni più tardi.

Ricordo quando , molto piccolo , con un gessetto cercavo di
ricreare sulla lavagnetta del minuscolo banchetto in camera mia il suono dei
perfidi rotori alieni , e proprio questo è ,
in assoluto ,  uno dei miei
ricordi più antichi e affettuosi .

89 – Rockets  “ Under the Sun “

Quel che sappiamo dei Rockets  ( una delle più celebri e fragorose meteore
del pop anni 70/80 ) se si eccettua il loro “ look “ passato letteralmente alla
storia  della musica , e parodiato da
Elio e le Storie Tese in un festival di anni fa , non è poi molto .

Infatti non saprei adesso dire , quantificare , il loro
valore musicale ..se poco o tanto.. ad intuito mi son sempre sembrati come la
versione più commerciale di un ibrido … un ibrido più o meno ideale e più o
meno riuscito tra il cosiddetto “ kraut rock “ e l’elettronica “ robotica “ dei
Kraftwerk …poi posso anche sbagliarmi.

Comunque sia la loro presenza in queste mie 100 canzoni più
importanti ( e importanti non vuol dire le più belle in assoluto per me , ma
solo quelle che per un verso o per un altro hanno un posto particolare nella
mia memoria ) è perché ricordo questo brano far parte come sigla di chiusura di
un festival , credo quello del 1984 .

Rammento che questo brano ( accattivante e gradevole ) era
in tv una sera , mentre io e la mia famiglia eravamo appena tornati a casa da
una bella gita nel golfo di Baratti , uno splendido giorno di inverno tra mare
e castelli medievali .

E quella fu anche l’ultima gita che la mia famiglia fece … a
quella giornata , per un verso o per un altro ,
non ne seguirono altre .. mai più .

Mi rivedo ancora a scartare , in salotto , davanti alla tv ,
una cioccolata bianca…quasi ne posso sentire ancora sotto le dita il frusciare
della pellicola argentata .

90 – Captain Sensible “ Wot!

Wot ! del bassista ex Damned è stata la canzone “ tormentone
“ della primavera 1983 .

Una di quelle canzoni che facevano la fortuna dei 45 giri e
che , per la loro piacevolezza pop/dance , erano nate per essere passate in
continuazione dalle radio.

Una canzone , nell’ambito suo genere , praticamente perfetta
e perfettamente costruita per avere successo.

La  mia memoria mi
porta qui alla fine della terza media , alle ultime feste fatte alle scuole
medie , dove  , in mezzo a panini ,
bibite e tanta confusione ,  delle
ragazzine si esibivano a ballare da sole sul ritmo di Captain Sensible.. mentre
io ero assai più interessato a cercare , in qualche modo , e magari anche in
maniera goffa e ingenua , di incrociare occhi che non avrei mai dimenticato..

91
Jeeg
Robot d’acciaio

Uno dei miti assoluti dei cartoni animati giapponesi , un
classico irrinunciabile della prima ,  storica  , ondata delle produzioni giapponesi .

A ragionare con freddezza oggi possiamo dire che era un
anime che aveva  sì alla sua base , un buono
studio della storia giapponese ( seppur ovviamente rielaborata e presa a
scenario/pretesto per un prodotto di intrattenimento ) , ma che ad oggi , per
disegni e situazioni , appare forse fin troppo datato..a ragionare con
freddezza oggi sappiamo anche che , probabilmente ,  Jeeg nacque per marketing puro e semplice … e
cioè per veicolare robot e giocattoli con l’innovazione degli agganci
magnetici.

Eppure…tutto questo sarà anche vero…però… il fascino di
questo cartone ( come di tanti altri ) non può che solleticare la memoria
bambina…e riportare in superficie l’ansia per quei “ componenti “ che
sembravano non arrivare mai a Jeeg…il giorno passato a martirizzare mio padre
perché la tv non voleva saperne di sintonizzarsi .. o l’ombrello  , bianco e rosso , che presi a mia mamma per
andare a vedere da solo il film di Jeeg al cinema.. e l’uscir poi fuori , al
termine della proiezione , mentre pioveva , ma tutto contento perché ero stato
da solo al cinema e anche perché , ovviamente , l’eroe robot aveva vinto..

E poi.. come si può dimenticare questa sigla , questa
canzone.. celeberrima e indispensabile nella collezione musicale dei bambini di
allora…ed ancora oggi oggetto di discussioni e leggende metropolitane .. ancora
oggi suonata e ripresa in diverse cover.. a volte per ridere , e  a volte con vero affetto , quello che
indubbiamente merita ..

92 – Ivan Graziani “ Limiti ( affari
d’amore ) “

Ivan Graziani è stato , e non credo di essere in errore ,
uno degli autori meno seguiti e più sottovalutati dell’intera scena musicale
italiana , in perenne attesa di essere scoperto davvero quando era in vita o
ri-scoperto oggi .

Questo è successo forse per incapacità  , di pubblico e critica , di riconoscergli un
posto accanto ai cantautori classici…forse per non aver voluto mai scendere a
facili compromessi con la capacità da cassa di risonanza della tv.. forse per
aver voluto vivere la musica come mezzo principalmente per esprimersi , e il
resto viverlo solo come conseguenza a questo ..chissà..resta il fatto che ha raccolto
molto meno di quanto meritava.

Se un disco come , ad esempio ,  “ Ivan Garage “ del 1990  fosse uscito col nome stampigliato in
copertina di qualcun altro della scena musica italiana , recente o meno che sia
, sarebbe stato subito accolto come un capolavoro , cosa che invece a Graziani
nessuno si è mai sognato di riconoscere.

“ Limiti ” mi rammenta in maniera forte l’imbarazzo per
ritrovarmi all’improvviso in un posto che non era mio , e che non avrei mai
potuto ,  ne voluto  , sentire mio .. per ritrovarmi
all’improvviso solo , e lontano , da ogni strada che portasse all’amore .. come
se ogni strada non fosse altro che una curva senza orizzonte..

93 – Limahl “ Too shy “

Ci sono canzoni che non è possibile scindere dal tempo in
cui sono uscite , impossibile ( almeno per me ) immaginarmi una pop song 100%
anni 80 come questa nel 1997 o nel 2005 , il legame di queste note è
assolutamente indissolubile da quegli anni .

Un brano che a sentirlo oggi , appare sì decisamente
gradevole e ben fatto , ma che per le sue caratteristiche suona inevitabilmente
un po’ datato , qualcosa che è rimasto troppo figlio del suo tempo .

Il frammento di memoria che mi riporta alla mente “ Too shy
“ è una lunga camminata che facemmo io e mia mamma , una mattina , ad estate 1983
, dopo essere stati da un medico ..ricordo che avevo appena preso all’edicola
un romanzo della serie Urania ( mi pare“ Dark Crystal “ ) e che lo
sfogliavo..mentre passeggiavamo tranquilli davanti all’assolato e silenzioso
teatro romano di Volterra , mentre la polvere del vecchio campo di calcio
ancora non sapeva che avrebbe fatto posto al cemento di un parcheggio

Era una bella giornata di sole , normalissima , senza nulla
di straordinario , ma che non scorderò mai , perché era profumata dal dolce
silenzio di una estate nata da poco , profumata della bellezza del cuore di mia
mamma .

94 – Great Mazinger sigla

Che dire di Great Mazinger che non sia da sempre , e per
sempre , nell’affetto di tutti coloro che sono stati bambini in quei tempi.. un
cartone che pure nella sua brevità , nel suo classico ( ma quasi mai banale )
scontro bene/male , ha fatto riflettere , commuovere e sognare ..qualcosa che ha
permeato di se l’immaginario di almeno un paio di generazioni.

Viene quasi da dire che ( e so bene di dire una esagerazione
, ma provatevi a spiegarlo razionalmente ai ragazzini di allora..) senza questo
anime giapponese non ci sarebbero stati gli anni 70.

Rammento con affetto che ero molto più pronto a fare in
tempo , il pomeriggio , ad aspettare l’inizio del cartone , che la mattina ad
arrivare in tempo a scuola.. e questo non so proprio rimproverarmelo , anzi ,
ne sono proprio felice.. perché non c’è scuola che tenga…perché niente ,
assolutamente niente , potrà mai ripagarmi di quei momenti di attesa ..mentre
alla tv partiva la pubblicità dell’Ovomaltina e subito dopo la bella ,
suggestiva , sigla del Grande Mazinga.. perché ricordo ancora il sole che
entrava dalla finestra della cucina..lo sento ancora sulla pelle.. perché ,
soprattutto , niente potrà mai ripagarmi di quei momenti passati alla tv con la
compagnia di mia mamma.. e niente lo potrà mai..

95
– Pink Floyd  “ The gunner’s dream “

Questa canzone , per me indimenticabile come il suo
splendido assolo di sax , fa parte di uno degli album meno considerati in
assoluto della discografia dei Pink Floyd , il meno amato di sempre ( a quanto
pare ) da David Gilmour , e cioè “ The final cut “ .

Giudicato come un album realizzato con gli scarti che non
trovarono posto sul leggendario “ The Wall “ , e come una prova di forza del
leader Roger Waters nei confronti del resto del gruppo , difficilmente trova
posto nell’ideale discografia da portare con se su una isola deserta anche per
un amante dei Floyd .

La mia opinione è del tutto divergente , anche se sono pronto
ad ammettere che nel mio , personale , giudizio su questo album pesano
ciclopici motivi d’affetto.

Sarà che “ The final cut “ è stato  , assieme a “ Thriller “ di Michael Jackson ,
il primo album che abbia mai comprato in vita mia.. sarà che ne acquistai la
cassetta ad una bancarella del mercato assieme a mia nonna… in una fresca e
piovigginosa mattina di primavera del 1983 che , a volte , nei miei sogni
,  torno a visitare spesso…sarà che
quando mi misi ad ascoltarlo l’emozione che mi colpì fu grandissima , tanto che
mi pareva di ascoltare qualcosa che non faceva parte di questo mondo…non lo so
, non so dirlo o spiegarlo.. so soltanto che questo album e la splendida “ The
gunner’s dream “ , con i suoi versi e la sua musica , abiteranno per sempre il
mio cuore..

96 – Michael Jackson “ Billie Jean “

Al di là di ogni polemica o giudizio sull’artista e/o sulla
persona , farei un delitto a me stesso se negassi che devo , al Michael Jackson
dell’album “ Thriller “,  una sensazione
che , poche volte , ho avuto la possibilità di sentire nella musica leggera ..
la sensazione di essere felice mentre ascolti delle canzoni.. magari questo è
stato per via del mio essere troppo giovane all’epoca.. per una sorta di
ingenuità fanciullesca.. eppure così è stato davvero .

La sensazione di essere felice mentre ascoltavo  “ Human nature “ sotto il grande albero del
giardino di casa mia , tra il sole che occhieggiava in mezzo alle fronde e il lieve
profumo dei fiori , farà sempre parte della mia pelle…e proprio questa
sensazione.. è il vestito che ogni tanto piace alla mia anima di indossare
ancora oggi .. quando il buio si avvicina troppo.

“ Billie Jean “ è una di quelle canzoni che , all’epoca (
assieme al relativo , indimenticabile , video ) non mi sarei mai stancato di
sentire… ogni volta , ad ogni ascolto ,
pareva nuova .. proprio come , forse , l’ingenua  , ma dolce e irrinunciabile , capacità di
ogni adolescente di essere sempre se stesso e sempre nuovo .

97 – Battiato “ Il re del mondo “

Questo è uno dei brani , forse , meno noti in assoluto di
Franco Battiato  ma  , almeno per me ,  per il mio sentire ,  è una delle canzoni più belle che il
cantautore siciliano abbia mai fatto.

Criptica , con un senso sottile del mito ( l’Agarthi ) e
della storia , malinconica…semplicemente splendida sia nella versione del 1979
che in quella , forse più elettronica , contenuta in “ Mondi Lontanissimi “ del
1985 .

Il ricordo qui è legato a pomeriggi d’estate passati in
penombra , lontani dal clamore più bruciante del sole.. ma è legato anche ad
altri eventi , ad altri tempi ( assai meno lieti ) quando , anni dopo lo
sfiorire di quelle estati , mi ritrovai invece in autunni dal vento freddo e
solitario .. dove era necessario spaccare a mani nude  il cuore di sasso del mondo per trovare un
po’ di calore..

98
– Lucio Dalla “ Washington

“ Washington “ a mio parere non è una delle più belle
canzoni di Lucio Dalla  perché ,  pur con un ironico e intelligente non sense , pur
molto gradevole da ascoltare e in linea col pop italiano ( e non solo ) di metà
anni 80 , non può reggere il confronto con altri , autentici , capolavori ( per
esempio potrei citare “Com’è profondo il mare “ ) .

Ma questa è comunque una canzone per me veramente
particolare e storica , una canzone che ogni volta non può che suscitarmi un
brivido.. la sentii ad una radio , rimasto solo in un silenzioso dopocena ,  nella “dependance “ di una grande villa sul
mare nel giugno 1986… ancora posso sentire l’inquietudine che avvertivo in me
in quei momenti… in quella attesa di qualcosa che avrebbe cambiato ancora una
volta la mia vita e ancora una volta in pochi giorni.. posso ancora avvertire
il buio del parco che stringeva da vicino ogni nota.. ancora sentire il rumore
dei passi dei miei genitori sulla ghiaia del sentiero.. mentre  Dalla cantava di occhi a mandorla e di voli
lontani..

99 – Sting “ Moon over Bourbon
Street “

Tra i libri che conservo tuttora dei primi anni della scuola
superiore , in mezzo a quella pagine un po’ sdrucite e scarabocchiate , fa
sempre bella mostra di se la fotocopia di alcuni testi dell’ex Police e , tra
di loro , anche  di questa bella , e
particolare , canzone .

Quella fotocopia era il tentativo , da parte di un
professore d’inglese , di avvicinare una classe allo studio .. forse non colse
esattamente nel segno come avrebbe voluto nelle sue intenzioni originarie , ma
è certo che , almeno , riuscì a far scoprire a più di uno studente delle
canzoni molto belle.

“ Moon over.. “ è canzone forse un po’ prolissa e verbosa ,
anche un po’ teatrale se vogliamo , ma la sua bellezza e il suo fascino erano ,
e restano , indiscutibili .

Qui la memoria corre ad adolescenziali pomeriggi passati a
fantasticare di vampiri o licantropi innamorati , sull’ululato che si coglie
alla fine del brano , ma anche alla serena attesa della primavera , di quella
primavera che avrebbe di nuovo colorato d’azzurro e di morbido vento le antiche
mura della mia città .

100 – Anderson , Bruford , Wakeman & Howe ( Yes ) “
Brother of mine “

Mentre la musica inizia a prendere strade sempre più
ramificate , e il grunge si appresta di lì a poco a seppellire ( o  , comunque ,
a ridimensionare notevolmente almeno a livello di massa e di impatto sui
mass media ) il pop/ metal e il pop da classifica per come era conosciuto negli
anni 80 , alcuni componenti storici di una della band mito del progressive più
classico , gli Yes , pubblicano un nel 1989 un disco..” A.B.W & H “.

Disco davvero pregevole e di una coerenza , con la loro precedente
storia musicale , che seppur non perfetta fa comunque sembrare il loro album un
prodotto , suonato e scritto , in un’altra epoca.

Per annosi litigi , e questioni di diritti , con alcuni
componenti rimasti al di fuori di questo progetto , non poterono usare il loro
nome storico , ma soltanto firmarsi con i rispettivi cognomi .

“ Brother of mine “ è un po’ la canzone simbolo di questo
album.. lunga ( chi non ama il progressive classico la definirebbe “ ampollosa
“ ) ma con momenti davvero emozionanti e suggestivi , per un sentito , spesso
vibrante , connubio tra musica e parole , un testo che ritengo bellissimo ,
assolutamente da leggere.

Il mio ricordo legato a questa canzone è quello di una
vacanza in montagna , una vacanza  non
del tutto riuscita e non del tutto felice , un po’ grigia in verità  .

Ma che resta , e resterà per sempre , in me per essere stata
l’ultima volta nella quale ho potuto vivere , condividere  , spazi e tempi con persone che non ci sono
più da tanto tempo..e ascoltare “ Brother of mine “  , con la sua musica , e le sue parole ..
riesce sempre , in un modo che non mi è facile spiegare , a rendere ogni cosa
sempre viva e presente nel mio animo.

Perché questo è l’inafferrabile , inarrivabile , segreto
della musica… e non importa se musica bella o brutta… importa solo che abbia
messo un battito in più nel tuo cuore ..

LouSedgwick 2009

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100 Canzoni Parte 4 di 5

 


62
– Franco Battiato  “ Via Lattea “

 

Il mio ricordo legato a questa ( per me splendida ) canzone
di Battiato  è quello di fresche sere
d’estate , passate ad aspettare il ritorno dei miei dal lavoro , mentre ogni
cosa attorno a me pareva serena e pareva promettere giorni di luce .

Queste note , dentro me , ancora mi accompagnano in quei
giorni estivi di svogliate ripetizioni di latino e matematica.. sì….ma anche ,
per fortuna , dentro edicole e librerie dove poter scoprire il fumetto d’autore
europeo.. da L’Eternauta a Corto Maltese a Moebius…e  imparare ad amare il sogno che sa farsi
disegno di matita e inchiostro .

 

63 – Beatles “ Hey Jude “

 

In anni oscuri , a tarda ora , durante la programmazione
notturna delle emittenti radio attendevo il passaggio di questa canzone…un
brano cardine , e talmente classico , dei quattro di Liverpool che , per molti ,
ogni suo nuovo ascolto non toglie o aggiunge assolutamente nulla …talmente
(ri)sentito cioè ,  ovunque , comunque ,
e da sempre , da non aver più succo di una arancia già troppe volte spremuta .

Eppure , per me ,  in
quelle ore buie aveva un valore salvifico .. era qualcosa capace di smuovere
qualche tizzone ancora acceso nella cenere del mio cuore .. era capace di farmi
ricordare di esibizioni di scuola superiore dentro una chiesa per i giorni di
Natale… dove non importava esser bravi a cantare Hey Jude…ma importava solo
essere ancora felici di sorridere ad un applauso , ancora felici di dare a quei
versi il proprio sincero , giovane , entusiasmo .

 

 

64
– Police “ Wrapped around your fingers “

 

Mentre Sting e compagni cantavano di maestri , allievi e
alabastro , io camminavo lungo le vene di roccia e tufo della mia città.. dove
i giorni della mia adolescenza bruciavano , colorati e silenziosi , lungo
mattine e pomeriggi senza data e senza orologio.. dove il mio sguardo cercava
senza posa , timoroso e speranzoso  ad un
tempo ,  un volto tanto amato e tanto sognato.

Avrei voluto essere ombra e luce , silenzio e parola …avrei
voluto essere le increspature di quel muro che salivano verso quelle finestre…
avrei voluto essere un anello di luce abbandonato in un prato del più buio
inverno…affinché le sue dita potessero trovarmi meglio , affinché le sue dita
potessero tornare ad accarezzare il mio nome.

 

65
– Donald Fagen  “ New frontier “

 

Si può essere moderni , attuali , intelligentemente
originali , suonando musiche “apparentemente “ vecchie e antiquate , musiche “
apparentemente “da reliquario della musica pop ?

Oppure , per altro verso , fare musica moderna suonandola “
apparentemente “ come fosse musica di decenni prima ?

La risposta è affermativa , e viene data ad anni 80 da poco
iniziati da Donald Fagen ,  deus ex
machina e secondo membro degli Steely Dan ( duo geniale , alla costante ricerca
della perfezione del suono ) col suo storico album “ The nightfly
“..raggiungendo una mirabile alchimia dalla quale anche altri musicisti hanno
poi , inevitabilmente , tratto ispirazione ( un esempio può essere Joe Jackson
) .

Ricordo il divertente , e magnifico ,  video di “ New Frontier “ far bella mostra di
se in quella vetrina musicale ( e  di
proto – multimedialità per così dire )
che era la  trasmissione televisiva
Mr.Fantasy…e la voce di Fagen che usciva dalla porta della casa che avevamo
preso in affitto per le vacanze in montagna.. sì…proprio mentre inseguivo la
fresca felicità di un gelato alla crema e il ridondante vociare di un
videogioco da bar. 

 

66
– Peter Gabriel  “ Red rain “

 

Questo brano , oltre ad essere uno dei gioielli assoluti
della carriera di Peter Gabriel post Genesis , è per me una specie di porta
spazio/tempo… capace di riportarmi , e in un istante , ai momenti del mio esame
di maturità…( anche se , sia detto per la cronaca ,  in quel tempo mi capitava di ascoltare pure “
Giorni randagi “ di Enrico Ruggeri ..ma , per quanto mi riguarda ,  a livello emozionale ,  non c’è alcun paragone possibile con
Gabriel  ) .

Momenti di affanni e libri spiegazzati , di auto affollate ,
di attese per i plichi ministeriali , di previsioni sballate , di segretarie
d’istituto in vena di complimenti , di tante parole e tanta sete , di colazioni
fatte con un solo e unico biscotto , di sorrisi e paure , di fogli e firme , di
orari scritti alla lavagna , di compagne di classe che volevano portare come
materia “ come farsi la ceretta e andare a prendere il sole “ , della scoperta
che l’acqua conserva la memoria delle forme ( non saprei dire molto su
questo…ma era una cosa che girava sui quotidiani in quei giorni ..la riporto
per come mi ricordo ) , di una ragazza che rientrò nella scuola dopo avermi
chiesto una cosa , dicendo alle sue compagne,
“ Dio , che figura che ho fatto! “ , di pioggia , di mattine assolate in
attesa di telefonate , di persone che non sapevi dove fossero.

Tutto questo mentre Gabriel , la mattina , mi accompagnava
nelle mie speranze e nei miei timori , tingendo della sue note di pioggia
rossa  il cielo , le pozzanghere e le
strade lontane.

 

 

67 – Litfiba  “ Ragazzo “

 

Lungo un alberato viale che conduce alla città dalla torre
pendente ricordo il conflitto , il durissimo confronto che quella mattina
luminosa , e dal sapore d’università  ,
dovetti sostenere con mio padre.

Il solito scintillar di fiamma scaturito da una sciocchezza
usata come pietra focaia , il solito e sterile cozzare di baionette e muri di
gomma , la solita disperante consapevolezza di un dato di fatto .

Pelù e Ghigo Renzulli cantarono e suonarono per me quella
mattina , dentro quel vecchio walkman , mentre le macerie delle speranze si
accatastavano silenziose da qualche parte , senza lasciare ombre sotto il sole.

 

68
– Sting “ The wild wild sea “

 

Da uno degli album più riflessivi e introversi di Sting un
piccolo, grande ,  gioiello in musica..
dove il testo e l’atmosfera si fondono a memorie di lunghe corse in
bicicletta.. accanto a campi coltivati , sotto un cielo appena decorato di
qualche timida nuvola , vicino e dentro a paesini addormentati nel pigro
distendersi dell’estate.

Quel selvaggio mare era ciò che ascoltavo rumoreggiare al di
là dei miei occhi chiusi , fermo sotto un ombra , appoggiato alla mia
bicicletta , proprio mentre le sue onde venivano a portare sogni , e orizzonti
senza nome ,  alla mia anima in perenne
attesa .

 

69 – Robbie Robertson  &  Peter Gabriel
“ Fallen Angel “

 

Questa canzone , come ogni cosa che sia suscettibile di
opinione e gusto , può anche non piacere , può anche risultare pretenziosa ,
forse perfino un po’ pesante e noiosa .. ma il suo testo , a parer mio , non
può lasciare indifferenti.. perché in alcune sue frasi è capace di parlare ad
alcuni , nostri , tristi ricordi ancor meglio di noi stessi.. perché nella
nostra vita abbiamo tutti incontrato angeli che mai avremmo voluto veder
cadere.. e il loro , dolce , ricordo è la sola piuma che possiamo stringere
nelle nostre mani .

La prima volta che ho sentito questa canzone , la prima
volta che ne ho letto il testo , non ho potuto non pensare al mio amico Simone
, non ho potuto non sentire questo brano come suo .

Un angelo che da tanti anni riposa le ali sulle nuvole del
tramonto .

E se mai un angelo sorriderà guardando giù dal suo giaciglio
di cielo , spero proprio che quel sorriso sia il suo .

 

 

70 – Pooh “ Se nasco un altra volta

 

Di questo celebre gruppo pop , autentico monumento della
musica leggera italiana , non sono mai stato un affezionatissimo cultore , lo
ammetto… ma personalmente ritengo quasi impossibile che nel bagaglio musicale
di ogni italiano , volente o nolente , intenzionalmente o incidentalmente , non
faccia la sua comparsa almeno un brano dei Pooh… visto il loro indiscutibile
merito di riuscire a parlare a tutti ( grazie a un dono non comune e cioè la
grande semplicità senza banalizzazione ) di emozioni e sentimenti non semplici
da trascrivere in note e parole.

“Se nasco un’altra volta “ , pur non essendo uno dei loro
classici ,  è la canzone dei Pooh alla
quale sono più affezionato ..mi ricorda una sensazione ben precisa…quella che
Guccini chiamerebbe “ la precisa intenzione di ricominciare di Settembre “.. il
nuovo inizio alle scuole superiori.. dove ogni cosa della vita pareva
affrontabile da dietro un banco di scuola.

 

71 – Righeira “ Vamos a la Playa “

 

Tormentone assoluto ( e assolutamente inevitabile )
dell’estate 1983 , segnò in modo indelebile la stagione dei successi della
musica dance/pop made in Italy  degli
anni ottanta .

Vertice della repentina , e deflagrante , popolarità del duo
Righeira ( supportati , se non sbaglio , in fase di produzione e marketing
anche dai fratelli LaBionda ) e che probabilmente condizionò in modo
totalizzante , e letale ,  la successiva
carriera dei due ( seppur con ulteriori momenti di grande popolarità come per “
L’estate sta finendo “ del 1985 ) .

Qui il mio ricordo va ad una discoteca in una località
turistica montana  che ,  nelle notti d’estate 1983 , riproponeva in
loop  continuo ,  o quasi , “ Vamos a la Playa “…facendo si che tutti
i residenti vicini al locale mettessero i Righeira in cima alle loro preghiere
della notte ….

 

72 – Mango “ Oro “

 

Dentro il cuore porto ancora quel pomeriggio , credo
d’autunno ,  nel quale mi ritrovai a
spasso con mia nonna per boschi e strade di campagna… con le tasche piene di
caramelle alla liquirizia ( le Sibille , dove ad ogni caramella si accompagnava
un foglietto con la previsione del futuro ) … con le orecchie attente a questa
dolce canzone pop , dalla melodia immediatamente fruibile.

 

 

73- Kate Bush “ Babooshka “

 

Una delle “ hit “ assolute di Kate Bush… uscita a fine anni
70 , e accompagnata da un video tanto semplice quanto sensuale , avrebbe
segnato in maniera indelebile il percorso di quello che oggi possiamo definire
“ alternative rock “.. e fatto della sua autrice l’ideale “ altra metà del
cielo musicale “ di Peter Gabriel ( anche se il percorso sperimentale  fatto
, ad esempio , da Laurie Anderson era forse più rigoroso e con minori
concessioni al gusto del pubblico
rispetto a Kate Bush ) .

Canzone che credo di aver “ idealmente “ consumato di
ascolti , video che ho guardato all’epoca non senza nascondere una ingenua
emozione… una delle rare , molto ma molto rare ,  “ canzoni straniere “ che son piaciute anche
a mia madre.. e da lei ancora ricordate… una cosa quasi da primato …tanto da
primato che perfino Kate Bush dovrebbe esserne orgogliosa 🙂

 

 

74- Duran Duran “ A view to a kill “

 

Canzone che , se non
rappresenta il vertice assoluto di ogni tempo , per successo e
popolarità , dei Duran , poco ci manca …canzone che consacra in modo
spettacolare il loro “ status “ di gruppo pop più famoso del mondo a metà anni
ottanta ( mentre poi , in breve tempo , a fine decennio ,  per molti saranno già degli sconosciuti o al
massimo roba da museo delle cere ) .

“ A view to a kill “ è indubbiamente un successo costruito
sia sull’appeal che il gruppo,  in quel
momento,  aveva sul pubblico e sia a
livello di produzione , ma rimane comunque un buon brano pop e uno dei brani
più famosi dell’intera saga di James Bond .

Ricordo ancora quando venne presentato in anteprima il video
( forse perfino più famoso dell’intero film ! ) come sigla di apertura di una
Domenica In  nella primavera inoltrata
del 1985.. e rammento anche di averlo visto mangiando una buonissima crostata
fatta in casa… peccato solo per un lieve malore che mi prese poi per un ,
carognesco , colpo di freddo durante le prove di teatro a scuola .

 

75
– Goldrake AtlasUfoRobot

 

Una canzone , una sigla e un cartone animato ,  che hanno fatto la storia della tv per ragazzi
( e non solo ) in Italia nella seconda metà degli anni settanta .

Questo magari può piacere o no ma per quanto mi riguarda è
così , dopo la trasmissione di questo cartone animato il fenomeno
dell’”invasione giapponese “ , già montante nelle giovani emittenti libere ,
diventa conclamato , a suo modo storico , fatto ineludibile e fenomeno di massa
.

Ricordo le attese la sera per vedere Goldrake , ogni volta
vissute come l’arrivo di qualcosa di unico.. la comparsa dei primi film nei
cinema ( spesso soltanto montaggio di più episodi con l’aggiunta magari di
qualche scena inedita ) .. i giocattoli made in japan che avevano un fascino e
un esotismo unico .. il martellante e onnipresente merchandising su ogni media
dell’epoca .. l’italiota vizio di salire sul carro e sfruttare il successo (
con la comparsa di una miriade di imitazioni di Goldrake nei fumetti , nelle
pubblicità , nei giocattoli.. spesso con risultati imbarazzanti se non
tragicomici ).. lo scandalo per la violenza mostrata nel cartone animato.. le
interviste agli psicologi.. e i vari “ dove finiremo di questo passo ! “
salmodiati da una platea che poi avrebbe assimilato ben di peggio.

Rammento della sera che i miei mi portarono , quasi a forza
, a comprarmi dei vestiti lontano da dove abitavo.. con la conseguente perdita
, causa ritardo mostruoso ( per me
ovvio..) nel tornare a casa, di gran parte di un episodio.. rammento di
come ero felice quando mia nonna  , assieme
a me , mi comprò al mercato settimanale il 45 giri della sigla UfoRobot … una
mattina quella che porterò sempre dentro di me , e sempre con immutato affetto
e nostalgia .

 

 

76 – Falco “ Der Kommissar “

 

Nell’autunno del 1982 esplodeva la hit “ Der Kommisar “ , un
azzeccato e indimenticabile mix di rap , dance e pop.. una delle canzoni
simbolo del decennio dell’edonismo e del disimpegno sì , ma anche
dell’adolescenza , e fanciullezza ,
spensierata di un paio di generazioni .

Fu un successo di enormi proporzioni , all’interno di un
mercato discografico dove ancora imperava il 45 giri e dove , però , era appena
stato annunciato la nascita di qualcosa di rivoluzionario…il compact disc..
fenomeno che di lì a pochi anni avrebbe spinto il vinile a sopravvivere solo
tra collezionisti e appassionati .

La memoria più vivida che ho su “ Der Kommisar “ è una
fredda sera d’inverno , passata a camminare con mio padre per la città , mentre
dalle tv dei bar uscivano quelle note.. nel momento della mia vita in cui il bambino
che ero , ormai lasciava posto al ragazzo ..
bambino che da allora vive rifugiato , e per sempre , nel mio cuore .

 

77 – Genesis  “ Seven stones “

 

Di una delle band da me preferite in assoluto avrei potuto
citare mezza discografia ( era di Phil Collins compresa , pur con qualche
necessario , e inevitabile ,  “distinguo
“ rispetto a quella precedente di Peter Gabriel ) ma dovendo scegliere qualcosa
per me di “ storico “ e non semplicemente piacevole , mi piace ricordare
soprattutto “ Seven Stones “..l’ideale biglietto d’ingresso al mondo del
Progressive anni 70.. ascoltata nella cassetta di quel gioiello assoluto che è
l’album “ Nursery Crime “.. in una mattina dove non avevo scuola.. e che si
aprì ad un mondo d’incantevole armonia .

 

78 – “ Spazio 1999 “

 

Sigla , e musica , per così dire “ obbligata “ per qualunque
affezionato degli anni 70 ( e , chiaramente , per chiunque fosse bambino in
quegli anni ) , qualcosa che ancora oggi ha una sua valida modernità per suono
, effetti e montaggio , capace di essere tra le cose “ sempre verdi “ della tv
di intrattenimento , a suo modo un classico .

Questo almeno per quanto riguarda la prima , storica , serie
di questo telefilm…visto che , almeno a mio parere , sulla successiva seconda
serie si può stendere un velo pietoso… incapace di raggiungere la qualità di
narrativa fantastica dei primi episodi e criticata aspramente perfino dagli
stessi interpreti del tempo…tanto che  ,
per gli appassionati più duri e puri , degna conclusione dell’avventura (
seppur giunta ampiamente in ritardo ) è il cortometraggio “ Message from
MoonBase Alpha “ .

Citare ogni ricordo legato a questo telefilm sarebbe impresa
non da poco , ne avrei quasi per ogni episodio , qui  mi limito al ricordo di quante volte ho
immaginato di poter vivere un avventura simile e , ovviamente , salvare tutti a
bordo di un Aquila…

 

79- Boris Grebenshikov “ The
postcard

 

Con la fine della “ Cortina di Ferro “ e l’apertura da , e
per , l’Est  il mercato discografico
cerca nuovi affari e novità che possano rappresentare al meglio il momento
storico , colpendo così l’immaginario del pubblico .

Artisti e gruppi dell’ Est che erano patrimonio soltanto per
pochi appassionati ( oppure semplicemente del tutto sconosciuti ) vengono così
a trovarsi in questa nuova , insperata , fase del music business .

( Va detto che , comunque sia , nel corso degli anni non si
arriverà mai a risultati deflagranti , se non per alcune rare eccezioni e in
alcuni generi più o meno di nicchia.. )

Uno di questi artisti è Boris Grebenshikov , cantante e
leader dei russi Aquarium ( o Akvarium ) , con il quale collaborano per il suo
album d’esordio in occidente , “ Radio Silence “ , Dave Stewart e Annie Lennox…
il risultato è un po’ altalenante ma tra le cose migliori dell’album è
senz’altro “ The postcard “ ..pregevole e azzeccato rock fm ,  cantato con grande bravura da Grebenshikov.

Canzone per me importante perché mi ricorda , ancora con
grande vividezza  , il primo giorno che
sono entrato in vita mia  in una facoltà
universitaria …a Pisa.. in una piovosa mattina di primo autunno…mentre , poche
ore dopo  però , al mio ritorno a casa ,   l’autobus aveva pensato bene di
dileguarsi…lasciandomi così a piedi ..e a guardare la pioggia da dentro il
vuoto garage di una officina ..

 

80 – Radiohead “ Karma Police “

 

Gli anni novanta fanno pace ( non sempre con ottimi
risultati , in verità..)  con l’eterna
diatriba tra musica impegnata e musica di facile consumo ,  tra rock e pop , tra musica per ribelli e
musica per conformisti , tra sinth per musica dance e Fender Stratocaster per
hardrock …arrivando ad una sorta di “ pacificazione “ dove ogni artista , al di
là del genere musicale e del pubblico al quale si rivolge , ha pari dignità
rispetto ad ogni altro .

In questo clima trovano terreno fertile band di assoluto
valore , e che possono così sperimentare contaminazioni  tra più stili , anche in modo ardito ( e  senza perdere in credibilità presso gli
affezionati ) cosa questa che , probabilmente ,
non sarebbe stata mai perdonata da pubblico e critica soltanto pochi
anni prima .

I Radiohead sono tra queste band e l’incedere , malinconico
e inquietante , di “ Karma Police “ è a suo modo uno dei manifesti di questa
nuova fase della musica ..dove ogni armonia e suono può essere usato e
sperimentato in funzione di un risultato da esprimere nel modo più totale , ed
efficace , possibile.. il mio ricordo più particolare legato a questa canzone è
un ritorno a casa mia , in una sera fresca e dai colori del tramonto vividi nel
cielo.. con la sensazione di non avere alcuna voglia di mollare il mio posto in
trincea…

 

LouSedgwick 2009

1 Commento

Febbraio2006 Febbraio 2009 Compleblog / 100 canzoni parte 3 di 5

Febbraio 2006  Febbraio 2009 Tre anni di LouSedgwick Welcome to Nowhere !

Eh sì… chi lo avrebbe mai detto.. o sperato..sono gia tre anni in compagnia di questo blog…e in compagnia vostra !! Buon compleblog !!! Grazie a tutti !!!

100 Canzoni parte 3 di 5    

42 – Grace Jones “ Slave to the
rhythm “ 

Se c’è una canzone per così dire “ manifesto “ degli anni 80
, che in qualche modo cioè riassuma in se stili e manie , pregi e difetti , di
un periodo storico per me è proprio “ Slave to the rhythm “…e  questo anche per il fatto assolutamente non
secondario , che è tale proprio grazie alla perfetta simbiosi col suo video…
video fatto di spot e invenzioni , di immagini e di mode , di colori  , di ironie ed edonismi .

Forse è vero che di quel periodo ci sono canzoni ben più
celebri e famose di questa , ma sinceramente ho difficoltà a rintracciarne una
che sia superiore a questa nella sua capacità
, così perfetta , di sintetizzare musica
, e immagini , di quei colorati ed edonistici anni 80 .

43 – Simon&Garfunkel “
Scarborough fair “ 

Questa canzone è forse il più grande capolavoro del celebre duo
americano ( anche se , nell’immaginario collettivo diciamo così , sta un
gradino sotto alla pur bellissima “ The Voice of  silence “ ) .

E di capolavoro si deve parlare , visto che è qualcosa
capace di vivere e donare emozioni anche se interpretata da centinaia di
artisti e gruppi diversi , una delle poche canzoni capaci di dare un valore
unico , completamente suo , a chiunque decida di farla propria .

Un piccolo , inestimabile , patrimonio di bellezza .

44 – Litfiba “ Pioggia di luce “

Ascoltata quasi per caso in una sera ventosa e fredda ,
mentre i lampioni delle strade sembravano curvarsi sotto le onde stesse del
mare più impetuoso , e fuori dalla mia finestra passavano solo i fiochi rumori
di treni infreddoliti , “ Pioggia di luce “ è da sempre una delle mie canzoni  preferite della band di Firenze .

Anche se per molti puristi e fan della prima ora questo non
è un brano particolarmente significativo , per quanto mi riguarda conserva
ancora oggi un fascino particolare…grazie a queste note sono poi arrivato a
recuperare l’album doppio “ 17 RE “ e poi , in seguito ,  tutto quello che i Litfiba sono riusciti a
fare… anche  se purtroppo però  non sempre con ottimi risultati .

45 – Buena Vista Social Club “ Chan Chan “

A volte anche la televisione riesce a combinare ( magari per
caso intendiamoci ) qualcosa di buono , difatti ricordo ancora come rimasi
colpito da questo splendido brano , ascoltato anni fa in un servizio del
telegiornale , per promuovere l’omonimo film di Wim Wenders.. uno dei pochi
autori di cinema capace di trovare alchimie spesso impensabili con la musica
nei suoi film .. come ad esempio a suo tempo con i Madredeus di Teresa
Salgueiro per il film Lisbon Story .

Dispiace un po’ che all’inizio ( ma questo la dice lunga sull’atteggiamento
tutto italiota verso la musica in generale …specialmente quando fenomeni di
nicchia arrivano ad essere di massa per le più varie ragioni  ) che si guardasse ai Buena Vista non tanto
per la loro indiscutibile classe e valore , quanto per un moto di simpatia un
po’ becero e grossolano… avvilente per il reale valore del gruppo…per capirci
con frasi del tipo  “ Ma che simpatici
quei vecchietti cubani , senti come suonano benino !! Ma come faranno a quella
età !!  “..mah.. che dire…senza parole ..

46 – Fabio Concato e Pierangelo
Bertoli “ Chiama piano “

Questa è una canzone che non puoi soltanto ascoltare …perché
non è un motivetto che passa indifferente…ma è un qualcosa nel quale , volente
o nolente , ti vedi o ti senti ad un tempo come colui che ha bisogno di aiuto e
come colui che cerca di donarlo… una canzone in qualche modo nella quale
arrivare a credere…a credere che sia ancora possibile ricevere e donare , senza
trappole e senza infingimenti… che per ogni solitudine ci sia ancora e sempre ,
un vicolo o una piazza , dove poter incontrare un sorriso vero .

“ Chiama piano “ è canzone che non ha avuto un consenso
sterminato.. canzone ancora oggi fin troppo rara e sconosciuta ai più , forse
non originalissima dal punto di vista musicale , ma capace di passare un
messaggio che è impossibile non sentire , almeno una volta nella vita ,  sulla propria pelle .

47-  Tom Jobim e
Elis Regina “ Aguas de Marco “

Classicissimo della canzone brasiliana e mondiale , cantata
, ripresa e imitata sotto ogni latitudine…vive da sempre di una doppia
interpretazione.. che il suo messaggio cioè sia un semplice narrare della
vita  , e del suo svilupparsi che si
arresta ai confini della morte.. oppure come un modo per dire al tuo cuore di
trovare nuova linfa ogni volta che ti trovi a stringere un pugno di cenere… un
modo per rispondere alle lacrime con un sorriso…canzone che è sempre capace di
incontrarti senza mai lasciarti indifferente , a volte per divertirti della
vita , a volte per pensare .

48
– Bob Marley “ No woman no cry “

Quando ascolto “No woman no cry “ mi rendo conto che è
veramente dote di pochi saper dire , e far sentire , cose importanti con
apparente semplicità e leggerezza.. una dote davvero sconosciuta oggi o quasi..
in questi anni affogati di canzoni che scambiano la leggerezza con
l’approssimazione…con l’unico risultato di avere canzoni sciocche per cuori
stonati .

Non voglio certo esser pessimista ma  , sinceramente , se fosse ancora vivo , non
saprei vedere Bob Marley ancora in giro per le strade di questo mondo così
felice.. ma così terribilmente vuoto…

49-
Don Backy “ Casa bianca “

Questa canzone oggi in pratica sconosciuta ( e per di più di
un autore per il quale al massimo ci si ricorda , e vagamente , di una sua
partecipazione al Clan di Adriano Celentano ) ebbi la fortuna di trovarla da
piccolo , al tempo delle elementari , nella piccola collezione di 45 giri dei
miei genitori…” Casa bianca “ mi affascinava non solo  per la sua semplice e melodica bellezza , ma
anche per il suo evidente sapore di malinconia… non so ricordare se è stata la
prima canzone che abbia ascoltato in 45 giri…ma è certo che fu tra le
primissime.

Canzone , e autore ,  forse oggi ingiustamente dimenticati dai più .

50 – Christopher Cross “ Sailing “

Lo splendido brano di Christopher Cross (  suo malgrado purtroppo una delle icone più
esemplari e rappresentative della cosiddetta “ meteora musicale “ ) è senza
ombra di dubbio una delle cose più romantiche in assoluto uscite in tutti gli
anni 80… una canzone classicissima nel suo genere e che , ancora oggi , è
possibile trovare in compilation varie , dediche oppure nelle programmazioni
notturne di molte radio…un piccolo , grande
, gioiello che è stato capace di sopravvivere ben oltre la stessa
carriera del suo autore… un gioiello col quale non è possibile non perdersi in
memorie antiche eppure sempre attuali e vive .

51 – Franco Battiato “ E ti vengo a
cercare “

Impossibile per me pensare a Battiato senza ascoltare , allo
stesso tempo , la melodia di questo suo classico.. più che una canzone è una
sensazione , uno stato d’animo… qualcosa che è capace di vestirti di luce se
hai qualcuno da dover cercare per le strade di mondi e città … qualcosa che è
capace di copriti di buio , e pesante come la pece ,  se invece sul muro della vita vedi solo la
tua ombra.. o se qualcuno ti ha abbandonato , messo da una parte … per me è
come fosse una specie di canzone bivio … perché a seconda della stagione di
vita che hai incontrato ti porterà lungo una strada fatta di calore e sorriso…
oppure lungo un vicolo buio e desolato .

52 – Gazebo “ I like Chopin “

Il ricordo più forte che ho , legato a questo classico
assoluto della dance made in Italy degli anni 80 , è quando la sera…da
tredicenne e completamente solo in casa mia mettevo il 45 giri di questo brano
nel mio storico mangiadischi rosso.. ancora oggi non so bene spiegarlo ma  , più che piacermi la canzone in se  , riusciva a darmi un minimo di compagnia e
calore… in un momento in cui non avevo più nessuno da dover aspettare accanto
ad una finestra di scuola… e mentre l’unico rumore che assomigliasse al battito
di un cuore era quello , goffo e disarmonico , del mio pallone che rotolava per
le scale.. mi domandavo se il mondo , in qualche modo , avrebbe mai avuto un
criterio di giustizia e armonia… o se tutto fosse legato soltanto al caso e
alle parole.

53 – Nino Manfredi “ Storia di
Pinocchio “

Da uno degli sceneggiati più belli ,  e famosi ,  che la
Rai sia mai riuscita a produrre in tutta la sua storia  ( se non il più amato in assoluto per almeno
due generazioni di bambini ) non è possibile non prendere con se , proprio come
fosse un dolce compagno di avventure e amicizie , questo brano cantato dal
grande Nino Manfredi .

Qualcosa che ogni bambino di quei tempi porterà per sempre ,
fin dentro le sue strade più adulte , nel proprio bagaglio di essere umano .

Cantata con melodia e gusto , e qualche simpatica forzatura
toscana nell’accento ( visto che doveva sembrare come cantata da Geppetto
stesso ) era la degna e garbata conclusione dello sceneggiato , capace di dire
cose molto grandi con parole molto semplici .

54 – Johnny Clegg e Savuka “
Asimbonanga “

Autentica pietra miliare delle canzoni contro l’Apartheid in
Sud Africa , brano molto bello e dal testo spesso semplice ma anche commovente
,  fece parlare di se in Italia più per
la particolarità di Johnny Clegg ( e cioè per essere l’unico bianco a suonare e
cantare in una band di neri , i Savuka appunto ) che per il suo indiscutibile
valore , sia come canzone  che come
messaggio da donare al mondo .

Che fosse dedicata a Mandela non è che fosse importante
…nemmeno che il suo testo facesse riflettere importava più di tanto … era
semplicemente buffo e curioso che in un gruppo di neri ci fosse un solo e unico
bianco a  ballare , cantare e suonare .

Ricordare giudizi e opinioni del genere , ancora oggi , a
distanza di tanti anni , è sempre cosa capace di farmi cascare  le braccia .

55 – David Sylvian “ Orpheus “

L’ex frontman , cantante e leader dei Japan ha avuto una
carriera che raramente ha incrociato il larghissimo gusto del pubblico , molta
della sua produzione musicale è infatti passata a margine del baraccone
musicale più becero , riuscendo sì a guadagnarsi una stima e un affetto non
comune ma solo per una schiera ( comunque non certo piccola ) di affezionati .

La grande massa del pubblico di solito nemmeno sa chi
sia…tanto che  , a volte ,  è stato perfino grossolanamente scambiato col
tastierista Nick Rhodes dei Duran Duran…ricordo che una volta provai a parlare
di lui e delle sue canzoni ad una ragazza di scuola superiore …beh questa qui
riuscì addirittura ad arrivare a confondere i suoi brani con quelli di Venditti
! Mah!!!!

“ Orpheus “ è senz’altro uno dei gioielli assoluti di
Sylvian , in perfetto equilibrio tra le sue cose più criptiche , e non sempre
facilmente assimilabili , e quelle più melodiche e pop …un brano dall’incedere
sottilmente misterioso e  che sa ancora
emozionarmi come in quel lontano 1987…ascoltato guardando le onde del mare
portare a riva il cielo del tramonto…mentre la tromba d’argento di Mark Isham
arriva d’improvviso a disegnarti orizzonti nel cuore…ed è  allora , in quel momento , che comprendi che
sei fortunato…perché capisci che sei al mondo anche per poter sentire una cosa
simile ..

56 – Toto “ Africa “ 

Questo brano uscito nell’autunno 1982 è forse la canzone più
classica del gruppo dei Toto … oltre ad esserlo in generale per quanto riguarda
tutta la musica pop di quegli anni.. un brano che però , per quanto lo abbia da
subito trovato molto bello e davvero ben fatto ( così come all’epoca il suo
video ) ancora oggi mi lascia un certo sapore d’inquietudine.. ascoltato
infatti in un momento per me di enorme difficoltà , di una improvvisa e
inaspettata solitudine , di un conseguente venir meno di motivazioni.. è cosa
legata a pomeriggi passati a letto con un paio di fumetti, malesseri , sere
fredde e scure,  di mattine e pomeriggi
dal sole freddo e troppo basso , di improvvise mancanze d’aria e sensi di
soffocamento , di prese in giro a scuola e delle mie tante scuse per non
andarci più…un brano certamente bello , per me storico , ma inevitabilmente
legato a qualcosa di scuro e triste .

57 – Duran Duran “ The Chauffeur “

Per quanto mi riguarda è forse la canzone che ho più amato
dei Duran , tanto da aver consumato la sua parte di nastro nella cassetta audio
“ Arena “…assieme ad altre loro cose , non moltissime in verità , è senz’altro
uno dei brani dalla melodia più bella che siano mai stati capaci di fare…in
mirabile equilibrio tra il dark e il pop da classifica , una bella alchimia che
poche altre volte nella loro carriera saranno capaci di ottenere ancora .

Canzone che è forse la più bella da loro mai fatta…e canzone
in un certo senso indispensabile per il
mio essere adolescente di allora , tanto che non saprei riconoscere il me
stesso di allora se , in una ideale macchina del tempo , non mi scoprissi ad
ascoltare “  The Chauffeur “ .

Per chi ha la curiosità può anche ascoltarne la versione
modificata e recitata “ Drive by “ uscita nell’album di cover “ Thank you “…la
parte recitata non è esattamente indimenticabile ma il finale merita senz’altro
l’ascolto in un buon impianto stereo.

58 – Nightwish “ Sleeping sun “

Brano nel quale ho , oserei dire , inciampato quasi per caso
non troppo tempo fa…ed è stata davvero una bella scoperta… ( mentre cercavo di
saperne di più su un’altra band simile , gli Epica , sono venuto a sapere anche
dei Nightwish  )  in un momento
nel quale era come sentissi la mancanza di una canzone del genere…con
una splendida melodia e una bellissima voce.

Pare curioso , ma alle volte , come ho già detto altre volte
ci sono canzoni che sembrano cercarti , che sanno attendere il tuo bisogno , e che
spesso riescono anche a trovarti .

59
David Bowie “ Let’s dance “

Non posso non ascoltare “ let’s dance “ senza rivedermi giovanissimo
adolescente a correre sorridente dietro ad un pallone , che fosse in un campo
di erbacce e sabbia in mezzo ad altri venti scriteriati o che fosse nel
giardino di casa mia ( dove , sia detto per la cronaca , più di un vaso di
fiori della mia vicina di casa è stato immolato alla mia furia agonistica…mai
volontariamente però…ehm… ) .

Ricordo anche quei brevi video che davano del brano ad una
trasmissione musicale del pomeriggio di Canale 5 ( trasmissione che  mi pare si chiamasse Pop Corn ) , mentre mia
nonna mi aiutava con la merenda…allora tutto pareva più buono , anche i giorni
che vivevi parevano aver sapore..

60
– Crosby Stills Nash & Young “ Find the cost of freedom “

Non nascondo che ho conosciuto questa , breve , ma splendida
canzone del famoso gruppo americano solo grazie alla visione di un film di un
po’ di anni fa  ..poco conosciuto  .. e anche sottovalutato.. “ Conflitti di
famiglia ( war at home ) “ con Kathy Bates e Martin Sheen .

“ Find the cost of freedom “ è la  canzone che apre in modo assai significativo
il film , tanto che tutta la visione di questa pellicola sembra rispondere  , con immagini e stati d’animo non semplici ,
alle parole stesse della canzone.

Per quanto mi riguarda questo di CSN e Young è una delle
rare canzoni che vorrei non finissero mai , tanto semplici nella loro musica e
nei loro testi , tanto vere e profonde da scavare cunicoli anche nelle
coscienze più addormentate .

Una canzone che non si esaurisce nel Vietnam degli anni
sessanta e settanta , perché è qualcosa che sarà sempre attuale in ogni luogo e
in ogni tempo .

Il valore dell’essere umano .

LouSedgwick 2009

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100 canzoni parte 2 di 5

Una  piccola breve
nota prima del post vero e proprio…ancora una volta , l’ennesima purtroppo , devo scusarmi con le persone che
in tutti questi giorni , dalle feste ad oggi , sono passate da me e alle quali non ho mai potuto rispondere..
mi riservo di scrivere a tutti e rispondere finalmente con calma fin da domani notte o domenica notte  ( questa volta devo ringraziare tra le altre persone  , sperando di non far torto involontariamente a nessuno , Elisa ,
Antonella , Wampiretta  , e in
particolare Paola ed Ivana…Paola con i suoi splendidi versi…versi a dir poco significativi.. ed Ivana , le cui parole ,  mi hanno davvero colpito e  , sinceramente , commosso .. mi sento imbarazzato in senso buono , non credo di meritare l’importanza di queste frasi , o le belle parole che mi vengono rivolte..
comunque sia che devo dire.. dopo tanti giorni è stato davvero bello tornare qui e trovarle…grazie veramente , e  di
cuore….).

Non ho passato un bel periodo e non lo è nemmeno ora … personalmente
non sono stato molto bene e purtroppo , da pochi giorni , ho perso una persona a me cara.. dopo una breve ,  ma cattiva ,
agonia  un mio parentenon c’è più…  un paio di frasi , tra tutte quelle che ho aggiunto nelle varie “ rubriche “ ( Ho detto/Hanno detto ecc ) del mio blog sono sue..un piccolissimo , ma doveroso ,
e affettuoso , ricordo della sua persona..   oltre alla stanchezza e alla disillusione anche questo evento non ha giovato al mio morale ,   e la fatica quotidiana per inventarsene uno passabile , accettabile ,  non è sempre semplice
.

Comunque sia sono qui , ci sono , non sono distante per così dire , e
come sempre faccio e farò sempre il possibile per esserci , un abbraccio grande a tutti .

PS.. Approfitto per
spiegare qui anche una piccola cosa  , e
della quale mi è stato chiesto il senso una notte tempo fa su Messenger.. il senso di una frase che avevo scritto…. la
frase in questione , e che allora avevo accanto al mio nick  , era “ Mh !! Fosse morto per le botte che mi ha
dato ?!? “ …frase  da me riferita con ironia a tutte le persone scomparse , più di
una , e che non hanno esattamente lasciato ferite da poco…e l’ironia appare
ancora più lampante , e definitiva .. una volta saputo da dove ho preso questa
battuta …dal film di Alberto Sordi “ Detenuto in attesa di giudizio”.

E’ la storia di un professionista delle imprese edili che , di
ritorno in Italia dalla Svezia , una volta arrivato al confine italiano viene incarcerato
improvvisamente ..senza riuscire mai a sapere il motivo o il perché
dell’arresto e della detenzione…finché , mentre viene trasferito in treno nell’ennesimo
carcere , a Sordi viene detto che lui sarebbe il responsabile della morte di un
tedesco…a Sordi la cosa appare assurda e fuori dal mondo…non sa capacitarsi…nemmeno il
nome del tedesco gli dice assolutamente nulla…allora , cercando di dare una
logica alla folle realtà che affronta , crede di individuare quella sua
fantomatica , presunta ,  vittima in un soldato tedesco da lui incontrato nella seconda
guerra mondiale…solo che , c’è un problema non da poco , quel soldato infatti se ne andò
sano e tranquillo… dopo averlo riempito di botte…e dunque Alberto Sordi qui si
chiede all’improvviso “ Mh !! Fosse morto per le botte che mi ha dato ?!? “.

Per quanto mi riguarda nessuna altra frase più di questa è
capace , con lucida e divertita ironia , di dare uno sberleffo più totale ,
sublime e finale a tutti quei paradossi da squallida barzelletta , che ogni
tanto , la vita ci mette davanti , o a fianco .

Un abbraccio di nuovo.

21 – Negramaro  “ L’immenso “

Canzone che ricorderà a me , e  per sempre , una delle vette più
significative mai raggiunte nella mia vita , e cioè  il primato assoluto del paradosso più crudele
e tragicomico .

Può infatti l’immenso , che si dice tale , esser capace di
inciampare su di una oliva greca ? O barattarsi per il suo nocciolo ?

Alla coscienza ( ? ) altrui la risposta .

E  , dunque , nessuna
risposta .

22
– Nirvana “ Smells like teen spirit “

L’urlo rabbioso  , e
doloroso ,  di Kurt Cobain esce dai
circuiti dei club e dell’underground fino a deflagrare sul tetto degli anni
novanta , rendendo d’improvviso vecchio e stantio il rock fatto di lustrini e
capelli cotonati , ammiccamenti da video e modelli col microfono in mano .

Una scossa che poi ( come il music business impone ) è stata
quasi subito tamponata con una dose ancor più massiccia di ballerini e
ballerine varie , una dose che ha portato ad
effetti senz’altro redditizi ma , non per questo ,  meno ridicoli o pacchiani .

Il mio ricordo qui è di un viaggio nella notte lungo la
costa toscana , mentre i miei occhi ancora credevano che dietro le parole del
mondo ci fossero luci vere .

23 – Toquinho “ Acquarello “

Una canzone tanto semplice quanto significativa e profonda
nelle sue piccole , enormi , verità .

Mi rivedo ancora tredicenne col mio pallone sotto il braccio
, nel giardino di casa mia a Volterra dove allora abitavo , mentre guardavo
curioso  , e speranzoso ,  il muro che divideva la mia ombra
dall’orizzonte …quell’orizzonte che si stagliava oltre le nuvole della
primavera …e  immaginando che fosse
proprio quello il muro del quale parlava la canzone .

Il muro oltre il quale vedere il proprio futuro , ed
incontrare così  quella astronave che non
ha tempo ne pietà.

E per me , in fondo , è stato proprio così.

Una canzone per il cuore e per la mente , capace di parlarti
sommessa quando il sole è fioco o la notte è ancora troppo lunga .

24 – Claudio Baglioni “ Vivi  “

Personalmente non ho mai amato moltissimo Claudio Baglioni ,
ma questa è una di quelle canzoni che appartiene ad una categoria a se della
musica…è uno di quei brani che , al momento della loro uscita , e non si sa per
quale misterioso motivo , sono capaci di trovarti per caso , quasi che ti
cercassero , capaci di parlarti di ciò che hai o che non hai .

Sento ancora l’umido ai finestrini della vecchia Giulietta
Alfa Romeo , fermi ad aspettare che il giorno d’autunno arrivasse a compimento
, mentre la vecchia e gloriosa radiolina parlava dei problemi delle nuvole e di
chi era troppo lontano e sconosciuto perché la sua vita fosse un problema per
te .

25 – The Cure “ A Forest “

Impossibile pensare al movimento dark degli anni 80 ( o alla
musica stessa di quegli anni ) senza tener conto di questo autentico , lugubre
e desolato , gioiello…in note  non è
altro che l’altra faccia del colorato e giovanilistico rampantismo di quei tempi
, la distanza senza nome e senza forma tra il ruffiano calore dei riflettori e
il silente abbraccio dell’ombra .

A distanza di tanti anni mi viene da pensare che se la
canzoni da disco/pop erano in qualche modo speranza , e anelito , dei ragazzi
di quel tempo… con i sogni  , e le
presunte ( spesso presuntuose ) certezze , di una vita da passare nel sorriso e
nel sole , nel bello e nel disimpegno.. in realtà  però , una volta lasciate le vocianti e
ridanciane strade , una volta chiusa la porta al mondo e al giorno dietro le
loro spalle , ad attendere e a far pensare quei ragazzi non ci fosse la voce di
Madonna , ma quella di Robert Smith ….la speranza , comoda , era che la voce di
verità fosse quella di “ Like a virgin “ .. e non quella  scomoda di “ Seventeen seconds “ o  Pornography “ .

26
– The Police “ Every breath you take “

Di uno dei dischi che ha avuto più fortuna nella storia
della musica pop/rock di sempre ( e cioè  “ Synchronicity “ ) questa canzone ne è
indubbiamente il manifesto ,  il brano
più celebre e famoso , all’epoca accompagnato da un riuscito , e  suggestivo ,
video in bianco e nero .

Ultimo grande colpo di coda dei Police , prima che le derive
personalistiche ed egocentriche  ( o il
semplice esaurirsi di una forza compositiva .. l’altrimenti chiamato  “ ormai abbiamo detto tutto quel che dovevamo
, o potevamo , dire “ ) portassero alla fine del gruppo inglese .

Ricordo quando , in quella stupenda estate del 1983 ,  me ne stavo con un gelato in mano ad
ascoltare le note di “ Every breath you take “
uscire da un vecchio jukebox , tra profumi di sole e menta , ghiaccio e
liquori , mentre attorno a me le persone ridevano e scherzavano in
quell’infinito pomeriggio da città etrusca .

Era ancora il tempo
nel quale ogni secondo pareva durare l’intera vita del sole e delle
stelle , tanto che mai avresti voluto dormire , perché tanta era la voglia di
portare il tuo sorriso di fronte al cielo.

27 – Franco Battiato “ La cura “

Una delle canzoni più belle che si possano ascoltare
sull’amore e di quel , profondo , reciproco , sentire che si possa trovare  nella vita con un’altra persona , romantica
ma con un sottofondo ( neanche troppo inavvertibile ) di realismo ,  in alcune frasi  , che è un po’ la cifra stessa del grande
autore siciliano .

Canzone pericolosissima da regalare … non è proprio una cosa
da offrire a cuor leggero…( esattamente come “ Almeno tu nell’universo “ di Mia
Martini )  il suo messaggio infatti va
maneggiato con estrema cura ( e il gioco di parole qui è tutt’altro che casuale
..) , sempre meglio esser ben sicuri dell’effettivo valore della persona che la
riceverà , altrimenti lo scotto da pagare

potrebbe essere assai amaro .

Il mio rapporto con questo brano è in effetti molto
sfortunato in questo senso …una volta , anni fa , l’ho regalata ma neanche c’è
stato fatto caso..( l’importante era che il cd fosse di gran prezzo e non
economico )…  l’occasione successiva  che ho avuto tempo dopo , di poter cioè
tornare a regalarla per una seconda volta,  e ad una altra persona  …beh…alla fine ho preferito soprassedere .. e
a ragion veduta direi … posso dire infatti di essermi risparmiato  una ( ulteriore ) delusione a dir poco
ridicola .

28
– Dee Dee Jackson  “ Meteor man “

Questo è un brano che ha un po’ seguito la stessa sorte
della sua interprete , e cioè l’oblio ( o quasi , fatta eccezione cioè  per alcuni gruppi di  fans , o per altri mercati  discografici
, come si può vedere se si fa una veloce
ricerca su internet ) .

Godibile e piacevole disco/pop ,  in stile science fiction ,  anni 70 esordì sul mercato al momento dell’esplosione
degli anime giapponesi sulle tv private e nazionali , tanto che non fu
difficile per questo brano sfruttare ( più o meno consapevolmente mettiamola
così ) l’appeal che la fantascienza in generale
aveva generato in bambini e ragazzini .

All’epoca ha avuto anche diverse imitazioni , sia per quanto
riguarda il brano sia per il modo di vestirsi dell’interprete .

Ricordo ancora quando , la sera in camera mia ,  mettevo il 45 giri del brano nel mio “
mangiadischi “ rosso e fantasticavo , ingenuamente come il bambino che ero , di
sfidare chissà quali mostri spaziali per riuscire a salvare la cantante di
questo brano.. specialmente dopo aver visto ( qui non ricordo molto bene lo
confesso ) o una sua esibizione di “ Meteor Man “ in tv a Domenica In  o una specie di  proto-video , con tanto di effetto scia
tipicamente anni 70 .

Dopo quella esibizione capii che , in vita mia , non avrei
mai potuto fantasticare di salvare cantanti di sesso maschile……..

29 – Adriano Celentano “ Azzurro “

Per quanto mi riguarda , ovviamente anche grazie all’estro
di Paolo Conte , la canzone perfetta di Adriano Celentano.. di presa immediata ,
facilissima , ma non per questo banale .. con immagini spesso surreali ma in
equilibrio perfetto con la comprensione del testo… e questo succede solo quando
la musica leggera ha davvero una sua dignità e un suo valore.. in perfetto
equilibrio tra la pomposa pesantezza dell’impegnato e l’impalpabile vacuità
della leggerezza .

Rammento quelle sere adolescenti quando , prima di uscire ,
mi passavo la “gommina “ nei miei ( allora ) lunghi capelli cantando
Azzurro…erano i tempi del ritrovarsi la sera prima della passeggiata a giocare
col biliardino ( o calcetto , o calcio balilla ) a  casa del mio amico Luca…della mia brevissima
esperienza in una scuola di ballo…e che terminai in una sera ,  incavolato ,
quando mi cambiarono proprio dalla partner che a me piaceva parecchio…si
sa , del resto le motivazioni sono importanti……..

30
– Kate Bush “ Running up that hill “

Sulle note di  “ Running
up that hill “ è come se , in qualsiasi momento , e quando voglio , potessi
ancora sentire i rumori di mia nonna che in cucina , di pomeriggio , prepara i
biscotti , del profumo della loro pasta , del forno che si accende…se ci sono
delle canzoni che riportano sempre alla tua coscienza dei momenti , semplici o
meno che siano  della tua vita , “
Running up that hill ” per me rientra a pieno diritto in questa categoria… ogni
volta è un istante che non posso condividere con nessuno .. un istante che è
solo mio , perduto per sempre per la realtà… ma che  , eppure  , sa sempre ritornare così forte dentro di
me..

31 – Vasco Rossi “ Splendida
giornata “

Quando Vasco non si era ancora del tutto rinchiuso
nell’armatura (  seppur dorata e spesso con
merito  ) del rocker , nella sua fase più
giovane e cantautoriale sapeva regalare gioiellini come Splendida giornata..
che io ho sempre preso in maniera molto personale…come un piccolo inno al voler
vivere  , alla bellezza di ritrovare il
sole la mattina dopo…alle opportunità di conoscere , e amare , chi saprà dire
il tuo nome senza neanche pronunciare una sola sillaba…ammetto che magari è un
po’ una forzatura rispetto allo “ sconvoltismo “ del Vasco che affiora anche in
questo occasione , ma è così che io ho sempre vissuto queste sue note.

I miei ricordi son legati a giorni giovani come acqua di
primavera , dove tutto era ancora semplice e dove anche la gioia sapeva esser
semplice .. prima che l’inutile , crescendo proprio come tutti gli altri su
questo mondo , diventasse una vertigine eternamente ripiegata in se stessa
,  e senza capacità di sfuggirle.

32 –  Fabrizio De Andre’ “ Via del Campo “

Questa è stata , probabilmente ,  la prima canzone di Faber che io abbia potuto
sentire , con tempo e attenzione , in vita mia .. e questo grazie ad una
insegnante di musica durante la sua ora di lezione del sabato…che dire o
aggiungere.. è la vita che si fa letteratura e che viene sparsa nel vento di
tutti grazie a voce e note…per alcuni la canzone di una puttana…per altri una
canzone seminale . Via del Campo è infatti una delle ( tante ) canzoni di De
Andre’ capaci di svelare la vera composizione di quei terreni che volevi
rendere fertili .

 

33
– Pink Floyd “ Another brick in the wall part 2 “

Alla fine degli anni 70 il gruppo inglese è al vertice
assoluto della sua popolarità ( anche se forse non più ai vertici compositivi come
ai tempi di “ Ummagumma “  “Atom earth
Mother “ o “ Dark side of the Moon “) e al nome della band ormai si associa un
senso di leggenda , rispetto e fascino quasi mistico … un “ sentire “ da parte
delle persone e del pubblico che ben pochi altri gruppi hanno potuto dire di
aver avuto nella loro carriera ..il doppio , storico , lp “ The Wall “ celebra
il loro status di band planetaria e mette , per l’ultima volta assieme , in
modo eccellente e organicamente inscindibile , il particolare cosmic sound da
una parte e gli incubi e ossessioni di Roger Waters dall’altra  .

All’epoca ricordo di esser stato affascinato
dall’inquietante video del singolo “ Another brick part 2 “ in un primo
pomeriggio ,  dopo pranzo ( in una delle
primissime trasmissioni che iniziavano a mostrare i primi effetti  , per così dire , dell’onda lunga dei video
musicali che di lì a poco avrebbe travolto tutto ) , del resto qualsiasi
ragazzo che si trovasse  a scuola in quei
tempi non poteva non pensare , con un brivido , a quanto ascoltava e vedeva
..la chitarra di Gilmour pareva suonare anche per lui , mentre l’inquietante
ruota del video restava ad oscillare nel nulla .

( Un ulteriore curioso ricordo che ho , e che oggi mi
suscita un sorriso , è che subito dopo quella trasmissione andò in onda un “
prossimamente “ , i trailer dei film in uscita nei cinema , e apparve il
trailer di quello che oggi è un cult dei film di animazione , ibrido di sci-fi
e musica rock ,  “ Heavy Metal “..alle
evidenti scene di non troppo implicito erotismo ricordo il disappunto
improvviso di mia nonna.. della serie “ ma che tempi !! “…eh si nonna mia …che
tempi…per tante cose assai migliori di quelli di oggi…e son convinto che oggi ,
se potessi , rideresti anche tu delle poche scene di quel trailer…quelle scene
lì oggi non scandalizzerebbero più nessuno , anzi , forse farebbero perfino  tenerezza.. )

34 – Ico  “ Ending theme “

Da uno dei videogiochi più originali e particolari mai
usciti per la Playstation
2 ( titolo oggi quasi introvabile ) “ Ending Theme “ è la canzone che per così
dire omaggia colui che arriva a risolvere il gioco , a vederne appunto il
finale…una canzone molto dolce e con un testo davvero appropriato , una piccola
, inaspettata , sorpresa…dopo aver vissuto le vicende del gioco è inverosimile
non sentirsi coinvolti dalla sua musica semplice e colpiti dalle sue parole…per
me è il ricordo di giorni lontani di pochi anni nei quali ho ripreso lentamente
ad andare avanti , a guardare oltre…e che mi hanno anche  portato a scrivere qui . Non ho trovato , come
nel gioco , la fanciulla appesa nella gabbia dell’enorme fortezza abbandonata
al vento e ai fantasmi d’ombra ..la fanciulla da prendere per mano…no… ho solo
trovato cuori di carta marcia e sangue di nebbia , vuote mistificazioni , gabbie
da sempre a terra , o gabbie già cadute e infettate di ruggine .. ma io non
dispero , perché dovrei in fondo , la fortezza è tanto grande….

35 – Patrick O’Hearn “ Patience my friend “

Da uno dei componenti di una , oggi , semisconosciuta
pop/rock band degli anni 80 un suggestivo brano strumentale molto new age.. “
Patience my friend “ è davvero , almeno per il mio gusto certo , uno
strumentale decisamente di atmosfera , sognante…ma senza per questo essere
ampolloso , o dichiaratamente noioso , come molta della normale produzione
ambient e new age degli ultimi anni novanta ..un brano da ascoltare da soli e
di notte…quando i ricordi belli e quelli brutti soffiano dentro di te , senza
mai trovare un equilibrio .

36
– Garbo “ Radioclima “

Canzone assai meno conosciuta  della vecchia , grande ,  hit “ A Berlino .. “ , è stata per me , per il
me “ adolescente “ , un piccolo evento di metà anni 80 … ricordo di averla
sentita innumerevoli volte attraverso le casse del mio radioregistratore Aiwa
mentre , guardando fuori dalla finestra della mia camera , guardavo la luce del
lampione ondeggiare nella sera del ventoso , e freddo ,  inverno…ad ascoltarla oggi non è molto di più
di un buon pop/dance  , con testo dark e
sfumature alla Japan di David Sylvian .. ma , allora , era per me un emozione
inesprimibile , ingenua se si vuole , ma pur sempre emozione .

Il limite maggiore di Garbo ( oltre a non smarcarsi in
fretta dal ruolo di epigono più o meno consapevole , e strumentale , dei Bowie
e dei Sylvian ) è forse stato quello di ritrovarsi in un mercato discografico
come quello italiano , dove spesso e volentieri sono contemplati solo gli
estremi in un senso o nell’altro.. il facilissimo alla Amore/Cuore o il
cantautorato duro e puro.. la dance da un fine settimana o l’avanguardia
rock/metal …a tutti gli altri l’onere di cercare di sopravvivere in piccole
nicchie…spesso nemmeno più visibili .

37 – Daitarn III  sigla iniziale

Tra le canzoni per me più importanti ( e , ricordo , non
necessariamente le più belle per me in assoluto ) non poteva certo mancare
questo classicissimo dei cartoni giapponesi anni 70 , imprescindibile e
inevitabile per tutti quelli della mia generazione…erano i tempi nei quali
tutti noi ragazzini accorrevamo davanti alle tv al solo sentire queste
note…canzoni fatte di solito da turnisti degli studi di produzione , sotto
pseudonimi o nomi di improbabili band , spesso con riferimenti nei testi del
tutto estranei al cartone che andavano a presentare ( abitudine del tutto
italiota ) .

Assieme ad alcuni altri brani simili si gioca senz’altro il
posto tra le migliori canzoni di quel genere , se non per la migliore in
assoluto .

Canzone ancora oggi carina e piacevole nonostante l’evidente
fanciullezza del tutto , è un reperto di tempi lontani anche in senso strettamente
discografico , visto che in questo settore di mercato sarebbe poi avvenuta , in
seguito , una sorta di omologazione con le onnipresenti interpretazioni di Cristina
D’Avena .

38 – Sylvie Vartan  “ Graine d’ortie “

Bella , quanto da noi oggi del tutto sconosciuta  ( e praticamente introvabile come singolo )
canzone di Sylvie Vartan , “ Graine d’ortie “ era la sigla di un breve telefilm
ad episodi di produzione francese . Telefilm rivolto ad un pubblico infantile ,
di bambini , ma molto carino e ben fatto , forse una delle migliori produzioni
del genere mai fatte in Europa , nonostante il fatto evidente che  , se riproposto oggi , dopo tanti anni ,
probabilmente sarebbe considerato fin troppo ingenuo e povero per i gusti
odierni .

Per me è il dolce ricordo di merende serene e di quelle tv
dei ragazzi fatte principalmente per i ragazzi , e un po’ meno per i rapaci
istinti degli sponsor.

Per chi ha la curiosità può però  trovare questa sigla , con appunto la canzone
di Sylvie Vartan , su YouTube .

39
–  Morcheeba “ The Sea “

Tra i gruppi musicali che in qualche modo sono usciti alla
ribalta dopo la metabolizzazione , o il vero e proprio riflusso , del fenomeno
Grunge ( Nirvana su tutti ) troviamo , tra gli altri ,  il trio dei Morcheeba.

Sull’onda dell’imperante Trip Hop ( Massive Attack ,
Portishead ecc )  i Morcheeba  , pur con esiti alterni e  alle volte troppo commerciali , hanno fatto
comunque in tempo a disseminare in questa onda alcune vere e proprie gemme ,
e  “ The Sea “ è meritatamente tra
queste  ( oltre ad esser già ,
probabilmente , la loro canzone più nota
) .

Il lavoro di post produzione che sta alla base del brano ,
come spesso in altri rappresentanti dello stesso genere , può forse tendere a
rendere un po’ meccanico l’ascolto del brano a discapito della sua melodia ,
attuirne un po’ la sua fruizione più istintiva , ma resta comunque un brano
suonato e cantato con grande classe , merito non da poco .

40 – Ivano Fossati “ Traslocando “

Canzone bella anche nella cover di Loredana Bertè (  per quanto qua e là  forse fin  troppo grintosa , niente a che vedere , a mio
parere , col sussurro melodico e profondo di Fossati ) .

“Traslocando” non è semplicemente una canzone , in realtà è
una piccola porta che si apre sul quotidiano di tutti , tra dolori da
allontanare e gioie da trovare o ricercare , e che esse siano nel futuro o
nella memoria  non importa … eternamente
sulle scale di un trasloco , a sedersi o a correre su per i gradini
dell’avvenire o del passato , nella speranza che dai mobili che nemmeno
ricordavi più di avere ,  e che ammassi
sulla soglia o sull’addio … possa scivolarti tra le mani una lettera che per
ceralacca abbia la felicità .

Lou Sedgwick 2009

5 commenti

100 canzoni parte 1 di 5

 

Per ognuno di noi io credo ci siano delle canzoni inevitabilmente , e indissolubilmente ,  legate a momenti importanti della nostra vita , a momenti belli o brutti , istanti e vicende che rappresenteranno , per noi stessi , e  per sempre ,  la nostra , singola e privata , storia di individui .

Sono quelle canzoni che , magari ascoltate distrattamente in una pubblicità , in un film , o in una qualsiasi stazione radiofonica , riporteranno sempre le nostre emozioni ad un momento ben preciso  della nostra vita , ad un sorriso o ad una lacrima , ad una solitudine o ad una felicità , ad un volto o ad un profumo , a ciò che eravamo , a ciò che volevamo essere , a ciò che vorremmo ancora essere , a ciò che ancora è  e a ciò che , invece , oggi possiamo soltanto sognare .

Le canzoni che mi appresto a scrivere ( riportando sotto ognuna di esse  un breve appunto , una sensazione o un ricordo ) non sono dunque da considerare in nessun modo come una specie di “ greatest hits “  , come la lista dei brani più belli che abbia mai sentito in assoluto … perché non è la raccolta delle “canzoni più belle per me  “ … ma è solo e soltanto uno scrivere di note , a volte belle e a volte no , che in me sappiano ancora raccontare la storia della mia vita ..

 

1- Tori Amos “ Crucify “

Tori Amos , una cantautrice che ha saputo essere una delle maggiori eredi di donne come Kate Bush e Joni Mitchell , riuscendo a fare musica delle proprie angosce e sofferenze … Tori Amos ha avuto quel pizzico di fortuna , o di management in più , che ad esempio la semisconosciuta Lisa Germano con l’album “ Geek the girl “( si ascolti l’agghiacciante e amara “ a psychopath “…nella sua apparente normalità una delle canzoni più intimamente spaventose della storia della musica  ) purtroppo non è riuscita ad avere.

Crucify per me è il ricordo del suo video visto a notte fonda , nei lontani giorni dove stavo per fare la scelta del servizio civile .

 

2 – Genesis “ Mama “

Una delle pochissime cose che  , assieme alla breve suite di Home by the sea , portasse a dover acquistare l’album , sostanzialmente mediocre , “ Genesis “ del 1983.. il mio ricordo è legato ad un giorno nel quale  mi son letteralmente abbeverato di questa canzone mentre ero a letto con l’influenza , grazie al mio buon vecchio Aiwa a cassetta sulle coperte.. ma anche e soprattutto ad un sogno dove la musica di questo brano pareva accompagnarmi lungo la scala della vita .

 

3  – U2 “ Night and day “ ( Cole Porter cover )

La canzone che più amo degli U2 , pur essendo una cover , e sicuramente uno dei vertici assoluti della bravura di Bono Vox ( assieme ad esempio alla sua partecipazione nel brano “ In a lifetime “ dei Clannad  )…queste note mi ricordano terrazzi aperti sul mare di notte , mentre il vento , fresco  e sereno ,  sembrava spingere dentro di me tutta la voglia di vivere , tutto quel bisogno di essere nel mondo che il vento sapeva raccogliere dalle onde.

 

4 – Planet 0 ( sigla finale Lupin III )

Mitica , e abbastanza rara , canzone della prima serie del cartone animato giapponese Lupin III ( serie spesso censurata ) , mi rammento di averla ascoltata assieme ad una ragazza francese , mia lontana cugina , mentre lei insisteva per farmi vedere un incomprensibile ( per me ) spettacolo comico su una tv francese.

 

5 – R.E.M. “ Orange crush “

Una delle più belle , e intense ,  canzoni di una delle più grandi band degli Stati Uniti.. il mio ricordo qui è legato alla solitudine di una casa vuota.. di freddo e lontananza da tutto…di autobus semi vuoti dalla poltroncine tagliate…di pomeriggi passati ad aspettare soltanto di dormire…di passeggiate dentro cittadine di provincia senza affetto ne calore.

6 – Richard Sanderson “ Reality “

Nessun essere umano che nei primi anni 80 viveva il passaggio , tormentato e magico allo stesso tempo , dall’età infantile all’adolescenza poteva evitare lo scontro con questa canzone…impossibile evitarla , impossibile far finta che non ci fosse…senza questa canzone gli anni 80 non sarebbero stati gli stessi.

7 – Axel Bauer “ Cargo de nuit “

Canzone francese che , per me , rappresenta uno dei vertici assoluti della pop/dance europea anni 80, affascinante come il censurato video , è nei miei ricordi una delle immagini simbolo di quegli anni… di una estate dove l’adolescenza non aveva fine possibile , dove sole e luna erano solo dei giocattoli da lanciare sempre più lontano nel cielo.. i giorni avevano l’incedere dei secoli e profumavano di fiori senza nome e senza volto , le notti rilucevano di radio e tv lontane , di lampioni , di piste da ballo e passeggiate sotto il manto delle stelle , di sogni che il giorno dopo avresti condiviso con altri , cercando di renderli reali.. la vita riluceva della consapevolezza che il solo mondo che potevi volere era già lì , nelle tue mani.

 

8 – Pearl Jam “ Jeremy “

Pensare agli anni 90 significa per me sentirmi risuonare dentro , tra le altre cose , la voce di Eddie Vedder in questa canzone… un inno a tutto ciò che è incompreso , visto e vissuto come diverso , abbandonato e dimenticato da una parte… il ricordo è quello di una rabbia lucida e consapevole , ma senza disperazione… capace di spingere in avanti ad ogni costo , alla ricerca di qualcosa di meglio , piangendo nella fatica  magari , ma asciugandosi le lacrime stando sempre in piedi e mai in ginocchio .

 

9 – David Bowie “ Ashes to ashes “

Il duca bianco David Bowie  in una remota sera di un freddo inverno mi avrebbe fatto capire che l’assurdo e l’irrazionale , intrecciati indissolubilmente al paradossale ,  non sono altro che una delle poche , autentiche , chiavi di lettura del mondo… dove , a volte , per trovare la luce devi esser capace di tuffarti in un mare d’ombre…con la sola speranza che la luce giunga presto dal fondo , prima che il tuo cuore affoghi nel nero inchiostro di parole stinte.

 

10 – Michael Andrews “ Mad World “  ( Tears For Fears cover dalla colonna sonora del film  “ Donnie Darko “ )

Una  canzone che mi è stata fatta conoscere quasi per caso , una piccola e dolce sorpresa proprio come il sorriso più  inaspettato , canzone che ancora oggi sa riportarmi il vento tenue di passeggiate lungo il mare , di vele lontane come nuvole sperdute , di monti innevati e silenziosi intenti a tenere in piedi il cielo , di cabine di stabilimenti balneari rotte e abbandonate alla sabbia e alla pioggia.

 

11 – Loreena McKennitt  “ The Mummer’s dance “

Qualche volta anche se le note di ciò che ascolti sono belle , coinvolgenti ,  ciò che invece vedi attorno a te non è disegnato con la geometria della felicità , e ti trovi a dover seguire tristi sirene , lungo strade dove infreddolite prostitute cercano di scaldarsi dentro i loro sogni sempre più lontani… a camminare ed aspettare dentro freddi , bianchi e inospitali corridoi … sentire odori di minestre e disinfettanti , lo scalpiccio di zoccoli e il rancido profumo del più brutale disinteresse… per poi tornare, nel silenzio e nel mesto piovigginare , a casa tua ..dove ormai  il freddo si è arrampicato anche sulle finestre che non hai , e ti dici con un sorriso beffardo che per tutto il mondo è Natale .

 

12 – Peter Gabriel “ Shock the monkey “

Ero riuscito a registrarlo dalla radio (e senza le fastidiose interruzioni del solito dj ) quel tizio inglese .. quel primo cantante dei Genesis .. e che a SanRemo si era sorprendentemente esibito con una liana.. mentre tornavo a casa dalle medie il mio primo pensiero non era quello del pranzo…ma solo quello di poter andare in camera mia e metter su di nuovo quella cassetta.. per ascoltare ancora , e vivere di nuovo , quella canzone così diversa da tutto quel che avevo sentito prima…per capire se questo Peter Gabriel avesse davvero così tanto da inventare… per capire se questo Peter Gabriel mi avrebbe in seguito costretto a cercare qualsiasi sua alchimia…

 

13 – The Police “ Walking on the Moon “

Questo è un brano ( bellissimo )  per me indissolubilmente legato a ricordi di ragazzi e ragazze ben più grandi di me all’epoca .. di un periodo dove , dall’esterno ,  assistevo al collidere , a volte armonico e a volte no , dei ricordi dei figli di fiori e della ribellione giovanile esplosa nel 1977 …dell’incontro di una generazione a volte in fuga lungo sogni lisergici sì ..ma anche di pace e progresso.. e di un’altra che invece non voleva compromessi se non con il proprio diritto alla felicità…ricordo di lotte e proclami ..dei giovani che tentavano la politica e della politica che li demonizzava…di violenti aneliti e di altrettanto violente cadute.. di piccoli furgoni con i quali viaggiare per il mondo assieme ad una chitarra e uno spinello , di rotte per il mondo latinoamericano o per l’Europa meno svendutasi alla omologazione e all’assenza di meraviglia.. di ragazzi e ragazze con lunghi vestiti e lunghi capelli che io con tanta curiosità guardavo.. belli nella loro entusiastica fiducia nella vita e nella propria forza di pensiero…sorridenti come fossero le avanguardie della speranza che s’infiltrano a testa alta in un mondo ancora da venire…felici di poter dire che quel mondo  , un giorno non troppo lontano ,  sarebbe stato anche mio …e anche grazie alla loro fantasia , al loro amore , al loro essere liberi…ma purtroppo ricordo quegli stessi ragazzi curvi agli angoli di una strada … ricordo ragazze sdraiate in terra e raccolte come a dormire .. altri ancora silenziosi e sonnolenti seduti sulle sbarre rugginose di un giardinetto… ricordo la mia tristezza e la mia rabbia ancora troppo bambina… nel pensare a quale , ingiusto , prezzo possa portare il voler camminare sulla Luna.

 

14 – Franco Battiato “ Giubbe rosse “

Ci sono canzoni che , alle volte , ti scopri a sognarne la melodia di notte , dopo averla sentita magari per una sola ed unica volta , tanto intesa e profonda è stata capace di scavare in te.. con le sue parole e con le sue note.

Giubbe Rosse è stata per me una di queste , ed ha anche la particolarità di essere per me  legata ad un duplice ricordo…il primo quello di una casa al mare , dove la sera potevi assaporare la lenta armonia delle onde , in un tempo dove tutto pareva ancora possibile.. il secondo è legato proprio a questo blog , visto che credo di aver fatto una cosa sufficientemente gradevole quando ne ho scritto la mia personale interpretazione ( Radio di Notte 02 ) , una delle cose che mi ha fatto più piacere scrivere.

 

15 – Duran Duran “ Wild Boys “

Oggi posso dire che un brano del genere non era molto di più di un “ quasi rock “ per imberbi adolescenti … ma allora , ritrovandomi mio malgrado , o per mia fortuna chissà , ad essere proprio uno di quegli imberbi adolescenti era veramente come avere a che fare con un inno…per arrivare a che ,  o a fare che  , era questa cosa assai difficile da dire e da interpretare…ma non importava molto , suonava come un inno per me e per tutti gli altri …e tanto bastava… quando la sento oggi mi suscita un sorriso ma non in senso negativo.. un sorriso per l’ingenuità di tutti noi a quella età.. qualcosa di cui oggi non sento poi il bisogno di farmene una colpa…ricordo le serate in cui noi ragazzini ci immaginavamo tutti degli improbabili  wild boys.. ricordo con affetto le ragazzine che appendevano poster e adesivi dei Duran in classe…salvo poi beccarsi l’automatica reprimenda della preside.

 

16 – Soundgarden “ Black Hole Sun “

Ho sempre interpretato questa canzone come una delle più vibranti  , e amare , critiche alla penosa plasticità del mondo moderno.. il bisogno di urlare il proprio disagio verso tutto ciò che è finto e di maniera , dove l’ipocrisia è l’unica verità accettata e accettabile.. il bisogno di far sapere a tutti quanto succede , il bisogno di sperare che questo velo funebre per idee e speranze umane venga rimosso dal mondo.. la paura però che tutto sia una lotta senza scopo , come se non sia più possibile andare oltre all’ambiguità…l’”immagine “ che mi fa venire a mente questa canzone , oltre al suo disturbante video , è quella di un giorno di silenzio passato in montagna anni fa…nel bel mezzo di un passaggio tra qualcosa che è stato e qualcosa che , forse , sarebbe stato…come quando sai cosa è appena finito e ancora ,  invece , non sai che cosa avverrà.

 

17 – Litfiba “ Univers “

Se devo pensare a una canzone dei Litfiba questa è la prima che mi torna alla mente , di per sé non originalissima o gioiello di inestimabile valore , ma quando tanti anni fa me la sentivo in cuffia , passeggiando lungo le rive di un mare silenzioso e tranquillo , era come se il grido del buon vecchio Piero Pelù fosse la sola voce del mondo che vedevo attorno a me…una sensazione di calma verso il presente che lambiva l’ombra dei miei passi , ma anche una sensazione di inquieta attesa verso un futuro ancora tutto da vivere .

Magari non con un sorriso , ma almeno con un po’ di coraggio.

 

18 – Stadio “ Un volo d’amore “

Un buon brano , e che s’ispira anche ad un evento realmente accaduto durante la guerra in Bosnia , ma che per me , nei miei ricordi ( essendo legato ad un evento che a descriverlo come delirio , criminale nullità ed inganno vuol dire fargli un complimento )  traccia un inevitabile spartiacque nel mio modo di relazionarmi in certe cose .. a volte regali una canzone come questa  e ancora non sai immaginare che , in realtà , la vita ti porterà a capire in quanti modi  , e perché , per te ci sarà un prima e un dopo .

 

19 – P.Lyon “ Happy children “

Rammento che ascoltavo questo classico brano della dance made in Italy anni 80 mentre , da solo in casa , me ne stavo a cercare d’imparare il Subbuteo sul pavimento di camera mia …intanto che  dalla finestra del corridoio rilucevano i fari delle auto che passavano per la  strada.. e se c’è un momento della mia vita nel quale posso dire di essere davvero stato un adolescente.. beh , potrà sembravi strano ,  ma quello è stato proprio uno di quei momenti…tranquillo e magari felice di poca cosa  sì , ma in quel momento , non so bene come spiegarlo , ero davvero giovane , conscio e sereno di esserlo .

Ho di nuovo ascoltato questa canzone non molto tempo fa , accanto ad una persona per me molto importante , e sono stato felice di poter ricordare ancora una volta , di poter sentire di nuovo in me quella sensazione dell’esser giovane , quella sensazione che il mondo può ancora sorriderti se riesci a guardarlo con un cuore bambino  e questa volta , cosa ancora più importante , non l’ho fatto da solo.

 

20 – Pink Floyd “ High hopes “

Seppur in questo brano ci sia almeno una evidente autocitazione ( se non proprio autoscopiazzatura ) per me resta comunque l’ultima , vera , grande prova dei leggendari Pink Floyd…l’ultima prima della loro fine .

High hopes del 1994 forse è niente che possa stare al pari dei capolavori del periodo d’oro , ma sicuramente è una delle , pochissime ,  cose di autentico valore che siano state create dopo l’abbandono di Roger Waters a metà anni 80…anche il video della canzone , lirico e suggestivo , merita indubbiamente la visione .

Il mio ricordo legato a High hopes è , per qualche strano scherzo del destino , avvinto proprio ad uno dei suoi temi…il passaggio dalla giovinezza alla maturità…visto che rammento ancora , su quelle note , il freddo e umido autunno che portò , a poco a poco,  alla scomparsa di una delle persone che più siano state legate alla mia infanzia…ricordo ancora il bacio che le detti in fronte.. e voglio che quella sensazione resti sempre in me…dentro di me .. come un dono…perché sarà sempre l’unica cosa capace di restituirmela viva .

 

Lou Sedgwick 2008

 

Coming Soon….

 

1)      Keep in a safe place 07 parte 2 di 3

2)      100 Canzoni parte 2 di 5  

 

 

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