Archivio per aprile 2009

100 Canzoni Parte 4 di 5

 


62
– Franco Battiato  “ Via Lattea “

 

Il mio ricordo legato a questa ( per me splendida ) canzone
di Battiato  è quello di fresche sere
d’estate , passate ad aspettare il ritorno dei miei dal lavoro , mentre ogni
cosa attorno a me pareva serena e pareva promettere giorni di luce .

Queste note , dentro me , ancora mi accompagnano in quei
giorni estivi di svogliate ripetizioni di latino e matematica.. sì….ma anche ,
per fortuna , dentro edicole e librerie dove poter scoprire il fumetto d’autore
europeo.. da L’Eternauta a Corto Maltese a Moebius…e  imparare ad amare il sogno che sa farsi
disegno di matita e inchiostro .

 

63 – Beatles “ Hey Jude “

 

In anni oscuri , a tarda ora , durante la programmazione
notturna delle emittenti radio attendevo il passaggio di questa canzone…un
brano cardine , e talmente classico , dei quattro di Liverpool che , per molti ,
ogni suo nuovo ascolto non toglie o aggiunge assolutamente nulla …talmente
(ri)sentito cioè ,  ovunque , comunque ,
e da sempre , da non aver più succo di una arancia già troppe volte spremuta .

Eppure , per me ,  in
quelle ore buie aveva un valore salvifico .. era qualcosa capace di smuovere
qualche tizzone ancora acceso nella cenere del mio cuore .. era capace di farmi
ricordare di esibizioni di scuola superiore dentro una chiesa per i giorni di
Natale… dove non importava esser bravi a cantare Hey Jude…ma importava solo
essere ancora felici di sorridere ad un applauso , ancora felici di dare a quei
versi il proprio sincero , giovane , entusiasmo .

 

 

64
– Police “ Wrapped around your fingers “

 

Mentre Sting e compagni cantavano di maestri , allievi e
alabastro , io camminavo lungo le vene di roccia e tufo della mia città.. dove
i giorni della mia adolescenza bruciavano , colorati e silenziosi , lungo
mattine e pomeriggi senza data e senza orologio.. dove il mio sguardo cercava
senza posa , timoroso e speranzoso  ad un
tempo ,  un volto tanto amato e tanto sognato.

Avrei voluto essere ombra e luce , silenzio e parola …avrei
voluto essere le increspature di quel muro che salivano verso quelle finestre…
avrei voluto essere un anello di luce abbandonato in un prato del più buio
inverno…affinché le sue dita potessero trovarmi meglio , affinché le sue dita
potessero tornare ad accarezzare il mio nome.

 

65
– Donald Fagen  “ New frontier “

 

Si può essere moderni , attuali , intelligentemente
originali , suonando musiche “apparentemente “ vecchie e antiquate , musiche “
apparentemente “da reliquario della musica pop ?

Oppure , per altro verso , fare musica moderna suonandola “
apparentemente “ come fosse musica di decenni prima ?

La risposta è affermativa , e viene data ad anni 80 da poco
iniziati da Donald Fagen ,  deus ex
machina e secondo membro degli Steely Dan ( duo geniale , alla costante ricerca
della perfezione del suono ) col suo storico album “ The nightfly
“..raggiungendo una mirabile alchimia dalla quale anche altri musicisti hanno
poi , inevitabilmente , tratto ispirazione ( un esempio può essere Joe Jackson
) .

Ricordo il divertente , e magnifico ,  video di “ New Frontier “ far bella mostra di
se in quella vetrina musicale ( e  di
proto – multimedialità per così dire )
che era la  trasmissione televisiva
Mr.Fantasy…e la voce di Fagen che usciva dalla porta della casa che avevamo
preso in affitto per le vacanze in montagna.. sì…proprio mentre inseguivo la
fresca felicità di un gelato alla crema e il ridondante vociare di un
videogioco da bar. 

 

66
– Peter Gabriel  “ Red rain “

 

Questo brano , oltre ad essere uno dei gioielli assoluti
della carriera di Peter Gabriel post Genesis , è per me una specie di porta
spazio/tempo… capace di riportarmi , e in un istante , ai momenti del mio esame
di maturità…( anche se , sia detto per la cronaca ,  in quel tempo mi capitava di ascoltare pure “
Giorni randagi “ di Enrico Ruggeri ..ma , per quanto mi riguarda ,  a livello emozionale ,  non c’è alcun paragone possibile con
Gabriel  ) .

Momenti di affanni e libri spiegazzati , di auto affollate ,
di attese per i plichi ministeriali , di previsioni sballate , di segretarie
d’istituto in vena di complimenti , di tante parole e tanta sete , di colazioni
fatte con un solo e unico biscotto , di sorrisi e paure , di fogli e firme , di
orari scritti alla lavagna , di compagne di classe che volevano portare come
materia “ come farsi la ceretta e andare a prendere il sole “ , della scoperta
che l’acqua conserva la memoria delle forme ( non saprei dire molto su
questo…ma era una cosa che girava sui quotidiani in quei giorni ..la riporto
per come mi ricordo ) , di una ragazza che rientrò nella scuola dopo avermi
chiesto una cosa , dicendo alle sue compagne,
“ Dio , che figura che ho fatto! “ , di pioggia , di mattine assolate in
attesa di telefonate , di persone che non sapevi dove fossero.

Tutto questo mentre Gabriel , la mattina , mi accompagnava
nelle mie speranze e nei miei timori , tingendo della sue note di pioggia
rossa  il cielo , le pozzanghere e le
strade lontane.

 

 

67 – Litfiba  “ Ragazzo “

 

Lungo un alberato viale che conduce alla città dalla torre
pendente ricordo il conflitto , il durissimo confronto che quella mattina
luminosa , e dal sapore d’università  ,
dovetti sostenere con mio padre.

Il solito scintillar di fiamma scaturito da una sciocchezza
usata come pietra focaia , il solito e sterile cozzare di baionette e muri di
gomma , la solita disperante consapevolezza di un dato di fatto .

Pelù e Ghigo Renzulli cantarono e suonarono per me quella
mattina , dentro quel vecchio walkman , mentre le macerie delle speranze si
accatastavano silenziose da qualche parte , senza lasciare ombre sotto il sole.

 

68
– Sting “ The wild wild sea “

 

Da uno degli album più riflessivi e introversi di Sting un
piccolo, grande ,  gioiello in musica..
dove il testo e l’atmosfera si fondono a memorie di lunghe corse in
bicicletta.. accanto a campi coltivati , sotto un cielo appena decorato di
qualche timida nuvola , vicino e dentro a paesini addormentati nel pigro
distendersi dell’estate.

Quel selvaggio mare era ciò che ascoltavo rumoreggiare al di
là dei miei occhi chiusi , fermo sotto un ombra , appoggiato alla mia
bicicletta , proprio mentre le sue onde venivano a portare sogni , e orizzonti
senza nome ,  alla mia anima in perenne
attesa .

 

69 – Robbie Robertson  &  Peter Gabriel
“ Fallen Angel “

 

Questa canzone , come ogni cosa che sia suscettibile di
opinione e gusto , può anche non piacere , può anche risultare pretenziosa ,
forse perfino un po’ pesante e noiosa .. ma il suo testo , a parer mio , non
può lasciare indifferenti.. perché in alcune sue frasi è capace di parlare ad
alcuni , nostri , tristi ricordi ancor meglio di noi stessi.. perché nella
nostra vita abbiamo tutti incontrato angeli che mai avremmo voluto veder
cadere.. e il loro , dolce , ricordo è la sola piuma che possiamo stringere
nelle nostre mani .

La prima volta che ho sentito questa canzone , la prima
volta che ne ho letto il testo , non ho potuto non pensare al mio amico Simone
, non ho potuto non sentire questo brano come suo .

Un angelo che da tanti anni riposa le ali sulle nuvole del
tramonto .

E se mai un angelo sorriderà guardando giù dal suo giaciglio
di cielo , spero proprio che quel sorriso sia il suo .

 

 

70 – Pooh “ Se nasco un altra volta

 

Di questo celebre gruppo pop , autentico monumento della
musica leggera italiana , non sono mai stato un affezionatissimo cultore , lo
ammetto… ma personalmente ritengo quasi impossibile che nel bagaglio musicale
di ogni italiano , volente o nolente , intenzionalmente o incidentalmente , non
faccia la sua comparsa almeno un brano dei Pooh… visto il loro indiscutibile
merito di riuscire a parlare a tutti ( grazie a un dono non comune e cioè la
grande semplicità senza banalizzazione ) di emozioni e sentimenti non semplici
da trascrivere in note e parole.

“Se nasco un’altra volta “ , pur non essendo uno dei loro
classici ,  è la canzone dei Pooh alla
quale sono più affezionato ..mi ricorda una sensazione ben precisa…quella che
Guccini chiamerebbe “ la precisa intenzione di ricominciare di Settembre “.. il
nuovo inizio alle scuole superiori.. dove ogni cosa della vita pareva
affrontabile da dietro un banco di scuola.

 

71 – Righeira “ Vamos a la Playa “

 

Tormentone assoluto ( e assolutamente inevitabile )
dell’estate 1983 , segnò in modo indelebile la stagione dei successi della
musica dance/pop made in Italy  degli
anni ottanta .

Vertice della repentina , e deflagrante , popolarità del duo
Righeira ( supportati , se non sbaglio , in fase di produzione e marketing
anche dai fratelli LaBionda ) e che probabilmente condizionò in modo
totalizzante , e letale ,  la successiva
carriera dei due ( seppur con ulteriori momenti di grande popolarità come per “
L’estate sta finendo “ del 1985 ) .

Qui il mio ricordo va ad una discoteca in una località
turistica montana  che ,  nelle notti d’estate 1983 , riproponeva in
loop  continuo ,  o quasi , “ Vamos a la Playa “…facendo si che tutti
i residenti vicini al locale mettessero i Righeira in cima alle loro preghiere
della notte ….

 

72 – Mango “ Oro “

 

Dentro il cuore porto ancora quel pomeriggio , credo
d’autunno ,  nel quale mi ritrovai a
spasso con mia nonna per boschi e strade di campagna… con le tasche piene di
caramelle alla liquirizia ( le Sibille , dove ad ogni caramella si accompagnava
un foglietto con la previsione del futuro ) … con le orecchie attente a questa
dolce canzone pop , dalla melodia immediatamente fruibile.

 

 

73- Kate Bush “ Babooshka “

 

Una delle “ hit “ assolute di Kate Bush… uscita a fine anni
70 , e accompagnata da un video tanto semplice quanto sensuale , avrebbe
segnato in maniera indelebile il percorso di quello che oggi possiamo definire
“ alternative rock “.. e fatto della sua autrice l’ideale “ altra metà del
cielo musicale “ di Peter Gabriel ( anche se il percorso sperimentale  fatto
, ad esempio , da Laurie Anderson era forse più rigoroso e con minori
concessioni al gusto del pubblico
rispetto a Kate Bush ) .

Canzone che credo di aver “ idealmente “ consumato di
ascolti , video che ho guardato all’epoca non senza nascondere una ingenua
emozione… una delle rare , molto ma molto rare ,  “ canzoni straniere “ che son piaciute anche
a mia madre.. e da lei ancora ricordate… una cosa quasi da primato …tanto da
primato che perfino Kate Bush dovrebbe esserne orgogliosa 🙂

 

 

74- Duran Duran “ A view to a kill “

 

Canzone che , se non
rappresenta il vertice assoluto di ogni tempo , per successo e
popolarità , dei Duran , poco ci manca …canzone che consacra in modo
spettacolare il loro “ status “ di gruppo pop più famoso del mondo a metà anni
ottanta ( mentre poi , in breve tempo , a fine decennio ,  per molti saranno già degli sconosciuti o al
massimo roba da museo delle cere ) .

“ A view to a kill “ è indubbiamente un successo costruito
sia sull’appeal che il gruppo,  in quel
momento,  aveva sul pubblico e sia a
livello di produzione , ma rimane comunque un buon brano pop e uno dei brani
più famosi dell’intera saga di James Bond .

Ricordo ancora quando venne presentato in anteprima il video
( forse perfino più famoso dell’intero film ! ) come sigla di apertura di una
Domenica In  nella primavera inoltrata
del 1985.. e rammento anche di averlo visto mangiando una buonissima crostata
fatta in casa… peccato solo per un lieve malore che mi prese poi per un ,
carognesco , colpo di freddo durante le prove di teatro a scuola .

 

75
– Goldrake AtlasUfoRobot

 

Una canzone , una sigla e un cartone animato ,  che hanno fatto la storia della tv per ragazzi
( e non solo ) in Italia nella seconda metà degli anni settanta .

Questo magari può piacere o no ma per quanto mi riguarda è
così , dopo la trasmissione di questo cartone animato il fenomeno
dell’”invasione giapponese “ , già montante nelle giovani emittenti libere ,
diventa conclamato , a suo modo storico , fatto ineludibile e fenomeno di massa
.

Ricordo le attese la sera per vedere Goldrake , ogni volta
vissute come l’arrivo di qualcosa di unico.. la comparsa dei primi film nei
cinema ( spesso soltanto montaggio di più episodi con l’aggiunta magari di
qualche scena inedita ) .. i giocattoli made in japan che avevano un fascino e
un esotismo unico .. il martellante e onnipresente merchandising su ogni media
dell’epoca .. l’italiota vizio di salire sul carro e sfruttare il successo (
con la comparsa di una miriade di imitazioni di Goldrake nei fumetti , nelle
pubblicità , nei giocattoli.. spesso con risultati imbarazzanti se non
tragicomici ).. lo scandalo per la violenza mostrata nel cartone animato.. le
interviste agli psicologi.. e i vari “ dove finiremo di questo passo ! “
salmodiati da una platea che poi avrebbe assimilato ben di peggio.

Rammento della sera che i miei mi portarono , quasi a forza
, a comprarmi dei vestiti lontano da dove abitavo.. con la conseguente perdita
, causa ritardo mostruoso ( per me
ovvio..) nel tornare a casa, di gran parte di un episodio.. rammento di
come ero felice quando mia nonna  , assieme
a me , mi comprò al mercato settimanale il 45 giri della sigla UfoRobot … una
mattina quella che porterò sempre dentro di me , e sempre con immutato affetto
e nostalgia .

 

 

76 – Falco “ Der Kommissar “

 

Nell’autunno del 1982 esplodeva la hit “ Der Kommisar “ , un
azzeccato e indimenticabile mix di rap , dance e pop.. una delle canzoni
simbolo del decennio dell’edonismo e del disimpegno sì , ma anche
dell’adolescenza , e fanciullezza ,
spensierata di un paio di generazioni .

Fu un successo di enormi proporzioni , all’interno di un
mercato discografico dove ancora imperava il 45 giri e dove , però , era appena
stato annunciato la nascita di qualcosa di rivoluzionario…il compact disc..
fenomeno che di lì a pochi anni avrebbe spinto il vinile a sopravvivere solo
tra collezionisti e appassionati .

La memoria più vivida che ho su “ Der Kommisar “ è una
fredda sera d’inverno , passata a camminare con mio padre per la città , mentre
dalle tv dei bar uscivano quelle note.. nel momento della mia vita in cui il bambino
che ero , ormai lasciava posto al ragazzo ..
bambino che da allora vive rifugiato , e per sempre , nel mio cuore .

 

77 – Genesis  “ Seven stones “

 

Di una delle band da me preferite in assoluto avrei potuto
citare mezza discografia ( era di Phil Collins compresa , pur con qualche
necessario , e inevitabile ,  “distinguo
“ rispetto a quella precedente di Peter Gabriel ) ma dovendo scegliere qualcosa
per me di “ storico “ e non semplicemente piacevole , mi piace ricordare
soprattutto “ Seven Stones “..l’ideale biglietto d’ingresso al mondo del
Progressive anni 70.. ascoltata nella cassetta di quel gioiello assoluto che è
l’album “ Nursery Crime “.. in una mattina dove non avevo scuola.. e che si
aprì ad un mondo d’incantevole armonia .

 

78 – “ Spazio 1999 “

 

Sigla , e musica , per così dire “ obbligata “ per qualunque
affezionato degli anni 70 ( e , chiaramente , per chiunque fosse bambino in
quegli anni ) , qualcosa che ancora oggi ha una sua valida modernità per suono
, effetti e montaggio , capace di essere tra le cose “ sempre verdi “ della tv
di intrattenimento , a suo modo un classico .

Questo almeno per quanto riguarda la prima , storica , serie
di questo telefilm…visto che , almeno a mio parere , sulla successiva seconda
serie si può stendere un velo pietoso… incapace di raggiungere la qualità di
narrativa fantastica dei primi episodi e criticata aspramente perfino dagli
stessi interpreti del tempo…tanto che  ,
per gli appassionati più duri e puri , degna conclusione dell’avventura (
seppur giunta ampiamente in ritardo ) è il cortometraggio “ Message from
MoonBase Alpha “ .

Citare ogni ricordo legato a questo telefilm sarebbe impresa
non da poco , ne avrei quasi per ogni episodio , qui  mi limito al ricordo di quante volte ho
immaginato di poter vivere un avventura simile e , ovviamente , salvare tutti a
bordo di un Aquila…

 

79- Boris Grebenshikov “ The
postcard

 

Con la fine della “ Cortina di Ferro “ e l’apertura da , e
per , l’Est  il mercato discografico
cerca nuovi affari e novità che possano rappresentare al meglio il momento
storico , colpendo così l’immaginario del pubblico .

Artisti e gruppi dell’ Est che erano patrimonio soltanto per
pochi appassionati ( oppure semplicemente del tutto sconosciuti ) vengono così
a trovarsi in questa nuova , insperata , fase del music business .

( Va detto che , comunque sia , nel corso degli anni non si
arriverà mai a risultati deflagranti , se non per alcune rare eccezioni e in
alcuni generi più o meno di nicchia.. )

Uno di questi artisti è Boris Grebenshikov , cantante e
leader dei russi Aquarium ( o Akvarium ) , con il quale collaborano per il suo
album d’esordio in occidente , “ Radio Silence “ , Dave Stewart e Annie Lennox…
il risultato è un po’ altalenante ma tra le cose migliori dell’album è
senz’altro “ The postcard “ ..pregevole e azzeccato rock fm ,  cantato con grande bravura da Grebenshikov.

Canzone per me importante perché mi ricorda , ancora con
grande vividezza  , il primo giorno che
sono entrato in vita mia  in una facoltà
universitaria …a Pisa.. in una piovosa mattina di primo autunno…mentre , poche
ore dopo  però , al mio ritorno a casa ,   l’autobus aveva pensato bene di
dileguarsi…lasciandomi così a piedi ..e a guardare la pioggia da dentro il
vuoto garage di una officina ..

 

80 – Radiohead “ Karma Police “

 

Gli anni novanta fanno pace ( non sempre con ottimi
risultati , in verità..)  con l’eterna
diatriba tra musica impegnata e musica di facile consumo ,  tra rock e pop , tra musica per ribelli e
musica per conformisti , tra sinth per musica dance e Fender Stratocaster per
hardrock …arrivando ad una sorta di “ pacificazione “ dove ogni artista , al di
là del genere musicale e del pubblico al quale si rivolge , ha pari dignità
rispetto ad ogni altro .

In questo clima trovano terreno fertile band di assoluto
valore , e che possono così sperimentare contaminazioni  tra più stili , anche in modo ardito ( e  senza perdere in credibilità presso gli
affezionati ) cosa questa che , probabilmente ,
non sarebbe stata mai perdonata da pubblico e critica soltanto pochi
anni prima .

I Radiohead sono tra queste band e l’incedere , malinconico
e inquietante , di “ Karma Police “ è a suo modo uno dei manifesti di questa
nuova fase della musica ..dove ogni armonia e suono può essere usato e
sperimentato in funzione di un risultato da esprimere nel modo più totale , ed
efficace , possibile.. il mio ricordo più particolare legato a questa canzone è
un ritorno a casa mia , in una sera fresca e dai colori del tramonto vividi nel
cielo.. con la sensazione di non avere alcuna voglia di mollare il mio posto in
trincea…

 

LouSedgwick 2009

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